Il piano Mogherini sulla Libia
Ieri il capo della diplomazia europea, Federica Mogherini, ha presentato a Bruxelles ai ministri degli Esteri dell’Unione un piano di possibile intervento militare in Libia. Non sono filtrati dettagli, ma si sa che la proposta Mogherini applica in generale lo stesso piano che è già nella testa del governo italiano: mandare un contingente militare a monitorare il cessate il fuoco fra le parti e a sorvegliare infrastrutture importanti come aeroporti e altro (dove, in questo contesto, per "altro" si intendono certamente i terminal del petrolio e i pozzi del greggio).
Domenica Reuters ha scritto che fra i ministri europei c’è scetticismo sulla proposta, anche per la presenza in Libia di un gruppo locale dello Stato islamico che non vede di meglio nel suo futuro che lo sbarco di un contingente militare straniero per cominciare una guerriglia santa che finisca sulle prime pagine di tutto il mondo. Ma la riunione convocata da Mogherini è la conferma importante di una realtà che era già chiara nelle parole di alcuni ministri italiani a gennaio: c’è la necessità di un intervento in Libia, anche se non è ancora chiaro come realizzarlo.
[**Video_box_2**]Mogherini insiste sulla necessità della fase preliminare: un governo di unità nazionale libico che rimetta assieme Tripoli e Tobruk, ora separate e in guerra. E’ questa la grande differenza con il presidente egiziano, Abdel Fattah al Sisi, che avrà un ruolo da protagonista inevitabile in questa crisi – Sisi però pensa che non si può negoziare con Tripoli e bisogna appoggiare Tobruk nella guerra. Prima di muovere i militari, c’è da convincere i ministri europei, il presidente egiziano e i due semi-governi libici.