Cose da Guerra fredda
Quando all’inizio di marzo il comandante della 173esima brigata aviotrasportata dell’esercito americano di stanza a Vicenza, il colonnello Michael Foster, ha annunciato al Center for strategic and international studies di Washington che l’America avrebbe inviato militari in Ucraina per addestrare l’esercito di Kiev, ha usato parole durissime contro l’invasione dell’oriente ucraino da parte della Russia di Vladimir Putin – e tra le altre cose ha spiegato che l’America sta inviando rinforzi che, dai paesi baltici fino al mar Nero, creino una catena di contenimento contro la minaccia russa.
Quando Foster parlava gli accordi di Minsk siglati tra Russia e Ucraina erano già in corso, eppure le parole del colonnello erano da piena Guerra fredda, segnale del fatto che gli americani nell’accordo avevano poca fiducia. Mercoledì Washington ha ufficializzato l’addestramento di truppe dell’esercito di Kiev, e sarà proprio la brigata di paracadutisti di Vicenza a occuparsene: 290 addestratori americani andranno a Yavoriv, nell’Ucraina dell’ovest, per addestrare 750 soldati ucraini nelle operazioni di peacekeeping. In queste settimane gli inglesi hanno fatto lo stesso, annunciando l’invio in Ucraina di addestratori militari (si è parlato di 75 uomini per il momento). L’invio di truppe americane in Ucraina (una “provocazione” secondo i russi), sebbene solo con il ruolo di addestratori, è un altro elemento della rottamazione di una tregua, quella di Minsk, che sul campo traballa e che in geopolitica non è mai stata sancita. La mobilitazione in reazione alla violenta reazione russa in Ucraina lascerà conseguenze in tutto l’occidente.