La Nigeria ha cambiato verso
Il generale Muhammadu Buhari ha vinto le elezioni in Nigeria, battendo il presidente Goodluck Jonathan e il suo partito, il People’s Democratic Party, che dal 1999 detiene il potere nel paese. Non era mai successo che un presidente in carica perdesse una rielezione, e questo è letto dagli analisti come un fatto positivo per una democrazia giovane come la Nigeria, la cui storia moderna è stata scandita da colpi di stato militari. Il risultato finale – che non è ancora definitivo, ma manca nel conteggio il nord musulmano che dovrebbe essere a favore del generale islamico – è una sanzione contro il presidente Jonathan più che un trasporto verso Buhari, che ha 72 anni, aveva già guidato il paese per un breve periodo negli anni Ottanta, durante un regime militare, e ha fama di uno ben poco democratico.
Jonathan non è riuscito a combattere l’avanzata degli islamisti di Boko Haram e conquistare un sostegno internazionale solido – riluttanza occidentale a parte, il governo nigeriano non è mai sembrato un partner affidabile – mentre negli ultimi quindici anni di crescita economica sorprendente, con il sorpasso del vicino Sudafrica, la diseguaglianza sociale è diventata insostenibile, e la povertà è rimasta endemica. Ora tocca a Buhari dimostrare che l’alternanza funziona, e le attese sono molto alte, forse troppo.
L'editoriale dell'elefantino