Blitz delle forze speciali a Istanbul, morti i rapitori e il giudice
Ieri mattina due uomini armati sono entrati nel palazzo di giustizia di Istanbul, nel distretto di Çağlayan, e hanno preso in ostaggio nel suo ufficio il procuratore Mehmet Selim Kiraz. Il procuratore sta indagando sulla morte di Berkin Elvan, il ragazzo di quindici anni colpito alla testa da un lacrimogeno durante gli scontri tra polizia e manifestanti a Gezi Park nella primavera del 2013, e morto dopo 269 giorni di coma.
Probabilmente gli uomini armati appartenevano al Dhkp/c, Partito-Fronte per la liberazione rivoluzionaria del popolo, un gruppo di estrema sinistra nato negli anni Novanta e protagonista di una serie di attacchi terroristici a sfondo politico ma di basso profilo.
Sui social media è apparsa la foto del procuratore Kiraz legato sulla sua sedia, con un miliziano dal volto coperto che gli teneva la pistola puntata alla tempia. Manifesti rivoluzionari erano appesi alle pareti dell’ufficio. Il Dhkp/c aveva comunicato alle autorità le condizioni per il rilascio del procuratore, da soddisfare entro le 15.36. I rapitori chiedevano “una confessione in diretta dei poliziotti accusati di aver ucciso Elvan, un processo contro i poliziotti da parte di un ‘tribunale del popolo’ e il proscioglimento di tutte le persone sotto processo per aver partecipato alla manifestazione di solidarietà per Elvan”.
In serata, dopo un negoziato durato sei ore in cui l’ultimatum dei rapitori è passato senza conseguenze, le Forze speciali turche sono entrate nell’ufficio del procuratore. I rapitori sono stati uccisi insieme al procuratore Kiraz, ferito gravemente e poi deceduto nella notte.
[**Video_box_2**]Nel corso del pomeriggio gli assalitori avevano usato i social network per diffondere le loro richieste e pubblicare alcuni documenti legali trovati nell’ufficio di Kiraz. Durante il negoziato era intervenuto per porre fine allo stallo anche il padre di Berkin Elvan. In serata, dopo un negoziato durato sei ore in cui l’ultimatum dei rapitori è passato senza conseguenze, le Forze speciali turche sono entrate nell’ufficio del procuratore. Secondo la polizia di Istanbul, i rapitori, sono stati uccisi, mentre il procuratore Kiraz è stato ferito gravemente.
Nel corso del pomeriggio i rapitori avevano usato i social network per diffondere le loro richieste e pubblicare alcuni documenti legali trovati nell’ufficio di Kiraz. Il governo nel primo pomeriggio ha bandito la copertura mediatica della crisi, un provvedimento preso circa 150 volte negli ultimi quattro anni. Le televisioni hanno interrotto improvvisamente le loro dirette davanti al palazzo di giustizia, e gli account Twitter legati ai rapitori sono stati cancellati.
Durante il negoziato è intervenuto per porre fine allo stallo anche il padre di Berkin Elvan.
L'editoriale dell'elefantino