Il premier spagnolo Mariano Rajoy e il segretario del partito socialista Pedro Sánchez (foto LaPresse)

Los nazarenos

Redazione
Nella Spagna del bipolarismo in crisi la grande coalizione piace molto

In Spagna i partiti tradizionali, popolare e socialista, hanno un problema. Ma dove i leader vedono problemi, gli elettori vedono un’opportunità. Domenica sono usciti sul País i sondaggi politici dell’istituto Metroscopia, e i quattro partiti principali del paese (oltre ai due storici ci sono Podemos e la formazione centrista Ciudadanos) sono sempre più vicini tra loro, praticamente in parità statistica, schiacciati tra il 22,1 e il 19,4 per cento di consensi. Nella prospettiva delle elezioni di fine anno, questo significa ingovernabilità, in un momento in cui l’economia spagnola è nel mezzo di un recupero convincente ma fragile, e per i due partiti tradizionali significa il disastro.

 

Rajoy non ha una soluzione per favorire il recupero che il partito attende invano da mesi, il segretario dei socialisti Pedro Sánchez nemmeno. Gli elettori, invece, una soluzione ce l’hanno: per il 68 per cento degli intervistati da Metroscopia, i partiti devono essere liberi di scegliere dopo le elezioni quale alleanza gli convenga di più. Davanti alla crisi politica, gli elettori smentiscono l’idea diffusa che i patti di governo si possano fare solo prima delle elezioni. E mentre i leader negano qualsiasi alleanza, gli spagnoli dicono che anche una grande coalizione tra popolari e socialisti, che pure impostano la campagna gli uni contro gli altri, avrebbe quasi il 30 per cento dei consensi, 10 punti più del gradimento dei singoli partiti. Se qualcuno alle ultime elezioni avesse chiesto agli italiani cosa pensavano di un patto tra centrodestra e centrosinistra, avrebbe ottenuto insulti. I tempi sono cambiati in tutta Europa.

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