Cosa significa la morte del “re di fiori” di Saddam passato con l'Is
Lo Stato islamico ha rivendicato un attacco con un’autobomba vicino al consolato americano di Erbil, capitale del Kurdistan iracheno, nel quartiere a maggioranza cristiana della città. C’è almeno un morto iracheno, molti feriti, e una sensazione di vulnerabilità che non si placa anche nella capitale di quelli che sono tra i nostri principali alleati nella battaglia contro il terrorismo islamico, e nel giorno in cui l’esercito iracheno annuncia la morte in combattimento di Izzat Ibrahim al Douri, ex braccio destro di Saddam Hussein, massimo ufficiale del governo baathista a essere riuscito a scappare dopo il rovesciamento del regime nel 2003. Nel mazzo di carte che l’esercito americano aveva realizzato per identificare i ricercati iracheni, al Douri era il re di fiori. Per più di dieci anni è riuscito a evitare la cattura, anche grazie all’ospitalità del presidente siriano Bashar el Assad, e ha fondato il gruppo Naqshbandi, che ha avuto un ruolo importante nella nascita e nelle conquiste dello Stato islamico.
Quando a gennaio dell’anno scorso lo Stato islamico ha preso Falluja, il gruppo Naqshbandi era una delle milizie che combattevano sotto le bandiere nere di Baghdadi. Al Douri aveva rotto con lo Stato islamico un mese fa, ma la zona in cui è stato ucciso dall’esercito è la stessa in cui combatte il gruppo terroristico. Per il governo iracheno l’uccisione di al Douri è un successo notevole, ma anche un simbolo della continuità tra il vecchio regime baathista e lo Stato islamico. Al Douri, un laico, si era messo in società con gli uomini di Baghdadi, li aveva consigliati e aveva combattuto insieme a loro. Era tra i capi dell’apparato di sicurezza di Saddam, ha cambiato casacca, ma ha continuato lo stesso lavoro.