It's the business, stupid!
Meno tasse, tetto al welfare, più childcare, scuole migliori, il referendum sull’Europa. Nel primo “Queen’s speech” tutto conservatore da vent’anni a questa parte, con un caldo inusuale che ha fatto svenire una guardia fuori dal Parlamento, la regina Elisabetta II ha dettagliato il piano di governo del premier David Cameron, rilanciando slogan cari ai Tory (il discorso lo scrive il governo) come il sostegno ai lavoratori e l’unione del paese. Quando si è parlato dei vincoli imposti agli scioperi, i sindacati hanno iniziato a ribellarsi, ci vogliono tarpare le ali, hanno detto nelle radio e nelle tv a discorso appena finito, mentre i commentatori politici registravano quieti il fatto che il discorso rispecchia quel che i conservatori dicevano in campagna elettorale, più business e più middle class, con attenzione alle case e meno regole e lacci all’imprenditoria.
Se per il referendum europeo non sono state dettate tempistiche certe, si sa che Cameron vuole accelerare il passaggio della legge che regola la consultazione in modo da accorciare i tempi (e a differenza di quanto accadde con la Scozia, i sedicenni non potranno votare) e non andare oltre la primavera del 2017. Grande assente della giornata, nonostante se ne sia parlato tanto in questi giorni, è la riforma dello Human Rights Act che andava sostituito con un British Bill of Rights, ma i cavilli legali sono piuttosto complicati, e dentro al partito ci sono molte perplessità. Molti si sono lamentati, ma per l’occasione Cameron voleva ribadire i punti salienti del suo mandato, ricominciare a insistere sull’economia, sfruttando questo momento di clima politico favorevole, finché dura.
Cosa c'è in gioco