Le torture dello Stato islamico e i tic mainstream dei giornaloni
Uno vede sul sito della Bbc le torture che lo Stato islamico (Is) ha inflitto a un ragazzino di 14 anni – frustate, scosse elettriche, appeso per le braccia, condanna a morte non eseguita, pare, per la pietà del boia – e se ragiona con mente normale, pensa che si tratta dell’ultimo esempio di ferocia dei mozzorecchi di Al Baghdadi. E visto che si parla di bambini, è una ferocia che per restare soltanto a queste ore fa il paio con quella sui circa 400 minorenni rastrellati ad al-Ambar, in Iraq, per farne combattenti o kamikaze.
Il quotidiano Repubblica offre un’altra e più sottile chiave di lettura. Scrive in un articolo di cronaca: “Il parallelo con le foto-ricordo dei militari americani ad Abu Ghraib è spontaneo”. Spontaneo? Per i pigri di mente che non avessero equiparato al volo la ferocia dell’Is a quella degli Stati Uniti di George W. Bush, ecco la spiegazione: “La versione ufficiale parla di un filmato portato fuori dal territorio dei fondamentalisti da un disertore. A guardare le riprese si capisce che non erano clandestine: i protagonisti delle sevizie sapevano di essere filmati. Dunque quel video era un souvenir, qualcosa di cui vantarsi con gli amici”. Eccolo il paragone “spontaneo” con Abu Ghraib. Non solo. “Ma in quel caso – aggiunge Rep. – Donald Rumsfeld, ministro della Difesa che nessuno definirebbe una colomba, si era affannato a cercare di fermare la diffusione delle immagini. Nel caso dell’Is pare di capire che l’intenzione sia di sfoggiare quanta più ferocia possibile”. Dunque è “spontanea” la conclusione: a parità di ferocia, gli Stati Uniti tentarono anche l’insabbiamento. Chi è più riprovevole? La risposta, ovviamente, secondo Repubblica sarà pure essa spontanea