Netanyahu e la versione dei boicottati
Domenica il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha inquadrato un po’ meglio e dal suo punto di vista di capo di Israele il vasto movimento che chiama il mondo al boicottaggio dei prodotti Made in Israel – movimento che ha ripreso vigore dopo il fallimento dei colloqui di pace con l’Autorità palestinese che ormai risale all’anno scorso. La questione è spesso spiegata con le voci dei boicottatori, che trovano spazio e ascolto in molti luoghi, e molto più di rado è spiegata con la voce del primo ministro (ri)eletto dai boicottati. Eccola: “La campagna di boicottaggio – dice Netanyahu – non è connessa alle nostre azioni: è collegata alla nostra stessa esistenza. Non importa quello che facciamo: importa quello che rappresentiamo e cosa siamo”. E ancora: “Penso che sia importante capire che queste cose non nascono dal fatto che se soltanto fossimo più gentili o più generosi – siamo molto generosi, abbiamo fatto molte proposte, abbiamo fatto molte concessioni – allora le cose cambierebbero, perché questa campagna per delegittimare Israele sottende qualcosa di più profondo, che è mirato contro di noi e tenta di negare il nostro stesso diritto di vivere qui”.
“Non siamo un paese perfetto; non pretendiamo di esserlo, ma i boicottatori stanno fissando per noi standard che sono allo stesso tempo deformi e più alti di quelli di qualsiasi altro paese, di qualsiasi altra democrazia”.
Il movimento per il boicottaggio di Israele delle parole di Netanyahu non se ne farà nulla, anzi, ha già irriso il primo minsitro definendolo come uno dei grandi benefattori del movimento. Il movimento ora sta tentando di fare il grande salto e di coinvolgere nel boicottaggio contro Israele non più soltanto gli individui e le istituzioni, come dire, più sensibili alle lusinghe per ragioni storiche, ma anche le grandi corporation. Ma, dice Netanyahu, “è un fenomeno che abbiamo già visto nella storia del nostro popolo. Che cosa non è già stato detto degli ebrei? Hanno detto che eravamo la centrale di tutto il male del mondo. Tutte queste cose sono dette di nuovo anche adesso. Non erano vere allora, non sono vere neanche oggi. Non c’è un briciolo di verità”.