Merkel dimentica (apposta) i migranti
In vista dell’imminente riunione dei capi di stato e di governo dei sette paesi più industrializzati, che si terrà in Germania da domenica prossima, Angela Merkel ha firmato un articolo in cui elenca in modo piuttosto meticoloso i fattori di crisi che saranno affrontati in quell’incontro. L’elenco, steso in forma piuttosto burocratica, è lunghissimo: si va dalla violazione dell’ordinamento europeo di pace determinato dall’annessione della Crimea alla Russia all’epidemia di ebola che ha colpito alcune nazioni africane, dall’espansione del Califfato islamico terrorista ai problemi di sostenibilità ecologica dello sviluppo, ai temi legati alla liberalizzazione del commercio internazionale, alla lotta contro la fame e la “povertà assoluta” e in zone del Terzo mondo, per arrivare persino al problema della resistenza agli antibiotici. Poi elenca una serie di obiettivi di tipo economico e sociale, dalla protezione dagli incidenti sul lavoro e dagli infortuni alla possibilità di inserimento delle donne nel mondo del lavoro e la precarietà dei posti di lavoro soprattutto nei paesi “in via di sviluppo”. La conclusione come per tutti i salmi è in gloria per “la pace , la libertà, la sicurezza”.
Come si vede da questo riassunto la Cancelliera tedesca non spende una parola per uno dei fenomeni più vasti e preoccupanti di questo periodo storico, i colossali fenomeni migratori di masse di popolazioni disperate o di profughi in direzione dell’Europa (come accade agli antipodi in direzione dei paesi asiatici costieri). E’ difficile ritenere che questo fenomeno, accompagnato da emergenze umanitarie e largamente dominato da bande criminali che operano senza controllo in paesi privi di ogni parvenza di legalità statuale, sia meno rilevante, per esempio, della temuta resistenza agli antibiotici. Angela Merkel lo sa benissimo, ma non ha inserito questo dossier tra quelli che saranno discussi nel vertice delle potenze economiche “occidentali”, il che dimostra che le pressioni esercitate soprattutto dall’Italia per rendere consapevole la comunità internazionale della comune responsabilità nei confronti del fenomeno migratorio sono state volutamente ignorate. La Germania sostiene che il suo obiettivo è di presiedere un G7 più “ambizioso” sui temi della crescita e del lavoro, ma in realtà si appresta a redigere le solite liste della spesa di impegni prive di organicità e di prospettiva. Ignorare i temi più spinosi, quelli sui quali una discussione franca sarebbe necessaria anche per comprendere meglio le ragioni e le divergenze, è un modo sicuro per trasformare un solenne incontro politico in una parata burocratica, nell’ennesima occasione perduta per affrontare i reali temi globali.