C'è sempre un curdo al posto giusto
Chi si oppone in Iraq all’espansione dello Stato islamico, grazie a una milizia forte e fidata, che ha fin qui dimostrato di poter ricevere armi dall’occidente senza poi passarle al nemico? I curdi. Chi ha vinto in Turchia una campagna elettorale importante e ha ottenuto una rappresentanza in Parlamento battendo l’appetito di potere di Erdogan – diventando così una garanzia di democrazia in più per il paese? I curdi. Chi ha salvato armi in pugno il cantone di Kobane, in Siria, dall’assedio dei baghdadisti, con una battaglia epica che sarà raccontata per generazioni? I curdi. Un reportage uscito ieri su Vice news spiegava che i combattenti curdi combattono dieci giorni contro lo Stato islamico, e per venti tornano a lavorare, perché il governo iracheno non li paga. Hanno un passo da cavalli di razza. E adesso, dopo decenni di oblio, la capacità dei curdi di resistere alle convulsioni peggiori del medio oriente sta dando finalmente i suoi frutti. Non sono mai stati considerati così centrali.
E’ anche merito, va detto, degli altri improbabili “alleati” che si propongono all’occidente in quella stessa area: il governo di Baghdad è impotente, le milizie sciite prendono ordini dall’Iran, i ribelli siriani ormai si sono specializzati in sopravvivenza, contrabbando e doppio gioco con i gruppi jihadisti, e guardano all’occidente con sorrisi cariati da vecchi mercanti levantini. La Turchia è persa dietro ai suoi disegni non chiari e non collabora come potrebbe, l’Arabia Saudita si è impantanata in una guerra nello Yemen che è sull’orlo dell’escalation regionale. Insomma, trattare con i curdi e con le loro sigle diverse è un sollievo. L’unico altro partner regionale che dimostra lo stesso sangue freddo e la stessa affidabilità è Israele, e non è un caso che da anni tra israeliani e curdi corra una affinità reciproca. Nota per l’occidente: la grande disponibilità dei curdi non sarà necessariamente gratuita. Hanno in testa un’idea di stato, in parte è già realtà, e sono cocciuti. Prima o poi se ne riparlerà.
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