La "frattura" di piazza San Giovanni, l'accordo sui migranti e Ferrero che fa spesa in Inghilterra
Al via l'operazione militare europea contro gli scafisti libici
New York, 23 giu 08:42 - (Agenzia Nova) - L'Unione Europea ha lanciato ieri la tanto discussa operazione navale al largo delle coste libiche, con l'obiettivo di ostacolare l'attività dei trafficanti di esseri umani e di scoraggiare le partenze dai profughi dall'Africa. In linea teorica, i piani dell'Ue prevedevano il ricorso alla forza contro gli scafisti per arrestare il flusso di migranti che ogni settimana si imbarca verso l'Italia. In mancanza di un mandato internazionale che le Nazioni Unite non paiono intenzionate a concedere, però, l'operazione si dovrà limitare all'attività di sorveglianza e intelligence, e con ogni probabilità si tradurrà dunque in un ulteriore incremento dei salvataggi e degli sbarchi di profughi nelle coste italiane. Gli stessi funzionari europei – sottolinea il “Wall Street Journal” - hanno ammesso ieri che il maggior spiegamento di aerei da pattugliamento e navi da guerra lungo le rotte del traffico di esseri umani, unito all'obbligo di soccorrere i profughi in difficoltà in mare aperto, avrà l'effetto immediato di incrementare il flusso migratorio verso il Continente, anziché ridurlo. Nel frattempo, l'emergenza migratoria non si placa: ieri una nave norvegese ha soccorso oltre 600 migranti stipati in due barconi in legno, che verranno sbarcati in Italia e affidati alle autorità di quel paese.
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Ferrero compra Thorntons per 112 milioni di sterline
Londra, 23 giu 08:42 - (Agenzia Nova) - In evidenza sulla stampa del Regno Unito la proposta di acquisto di Ferrero per Thorntons, accettata dal consiglio di amministrazione di quest'ultima. La compagnia italiana celebre per la Nutella, attraverso la sua sussidiaria Ferholding, ha offerto all'azienda britannica di cioccolatini 112 milioni di sterline in contanti, pari a 145 centesimi ad azione, con un premio del 43 per cento rispetto alla quotazione di venerdì. Per la società piemontese controllata dalla famiglia del fondatore, che finora ha comprato solo uno stabilimento per la lavorazione delle nocciole in Turchia, sarebbe la prima acquisizione di un marchio internazionale.
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Italia, provoca agitazione l'arrivo di Costamagna alla testa della Cassa depositi
Parigi, 23 giu 08:42 - (Agenzia Nova) - La nomina dell'ex presidente di Goldman Sachs Europe, Claudio Costamagna, alla testa della Cassa depositi e prestiti (Cdp) continua a sollevare agitazione in Italia e interrogativi sul posizionamento dell'istituto: molti osservatori temono un ritorno all'interventismo di Stato.
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L'ipotesi di fusione con Fiat lascia freddi gli azionisti attivisti di General Motors
Londra, 23 giu 08:42 - (Agenzia Nova) - Gli azionisti attivisti di General Motors non spingeranno per la fusione con Fiat Chrysler Automobiles. Dopo che il consiglio di amministrazione di Gm ha bocciato l'ipotesi avanzata dall'amministratore delegato di Fca, Sergio Marchionne, l'attenzione si è rivolta agli investitori della compagnia di Detroit ma, secondo fonti del "Financial Times", gli attivisti, che controllano circa l'1,5 per cento del capitale, in questo momento, pur riconoscendo la necessità di un consolidamento, sono più interessati alla riduzione dei costi che a una complicata transazione internazionale.
"Manif pour tous Italia": la frattura sociale europea
Parigi, 23 giu 08:42 - (Agenzia Nova) - E' stata una vera marea umana quella che ha sommerso sabato scorso a Roma la Piazza S.Giovanni nonostante la pioggia battente, per manifestare a favore della famiglia tradizionale formata da un uomo e da una donna e per protestare contro il progetto del premier Matteo Renzi, che darebbe alle coppie omosessuali gli stessi diritti che il codice civile italiano prevede per il matrimonio, anche in materia di figli ed adozioni. Sul quotidiano francese "Le Figaro" Charles Beigbeder sostiene che si possono trarre diverse lezioni dalla manifestazione di Roma, le cui motivazioni sono assai simili a quelle del movimento francese denominato "Manif por tous", di cui del resto ha ripreso il nome aggiungendo il suffisso "Italia". La lezione più importante è che in Europa un nuovo movimento popolare e conservatore sta nascendo e si sta estendendo proprio sul tema dei valori etici e di civiltà: i valori tradizionali sono insidiati dai cosiddetti "diritti" in materia di aborto, di coppie omosessuali e di eutanasia; cambiamenti che i mass media, dominati dalla sinistra, vorrebbero imporre come "irreversibili". Ma è proprio contro questa pretesa "irreversibilità" che si sta ergendo l'opposizione, da parte di una maggioranza non più silenziosa e delle giovani generazioni che non sono affatto pronte ad accettare la dominazione culturale del de-costruttivismo post-68. E questo nuovo movimento, secondo Beigbeder, occuperà sempre di più il dibattito pubblico in tutto il continente europeo, scompaginando gli schieramenti politici tradizionali.
Panorama internazionale
Migranti soccorsi nel Mediterraneo (LaPresse)
I piani di Bruxelles per il rafforzamento dell'eurozona
Berlino, 23 giu 09:43 - (Agenzia Nova) - La coincidenza temporale è vera e propria ironia della sorte: proprio nella settimana al termine della quale il governo greco potrebbe confutare la presunta "irreversibilità" dell'unione monetaria, i massimi rappresentanti della Ue hanno presentato un piano decennale per l'approfondimento dell'euro. Questo piano dovrà portare nel 2025, al più tardi, ad una unione monetaria "vera e profonda", che dovrà essere un "luogo di stabilità e benessere". Da una parte, scrive l'opinionista Werner Mussler sul quotidiano "Frankfurter Allgemeine Zeitung", questo progetto assomiglia ad un ibrido di politica europea che ricorda il rapporto Delors del 1989: questo ha spianato la strada ai politici europei più sentimentali come Helmut Kohl e Jean-Claude Juncker verso un'unione monetaria che avrebbe dovuto raggiungere obiettivi politici con mezzi economici senza tenere conto delle contraddizioni economiche di questa strategia.
Habermas: perché la politica di Merkel sulla Grecia è sbagliata
Berlino, 23 giu 09:43 - (Agenzia Nova) - In un contributo per il quotidiano "Sueddeutsche Zeitung", il filosofo tedesco Juergen Habermas parla della politica della cancelliera tedesca Angela Merkel in merito alla crisi greca, del ruolo di Atene in questo scenario e dell'Unione Europea. "Non sono le banche ma i cittadini a dover decidere sull'Europa. Angela Merkel ha contribuito alla crisi: per la cancelliera sono più importanti gli interessi degli investitori che il risanamento dell'economia greca", scrive l'importante filosofo. "La recente sentenza della Corte Europea di Giustizia - aggiunge il filosofo - getta una luce abbagliante sulla natura di una comunità monetaria progettata male perché senza unione politica". Pur tuttavia, secondo Habermas "tutti i cittadini devono essere grati a Mario Draghi che nel 2012, con una singola frase, ha salvato la Ue dalle conseguenze disastrose di un collasso della moneta". Con l'annuncio di comprare titoli di Stato in gran quantità in caso di emergenza, Draghi ha levato la castagna dal fuoco per l'eurogruppo: il presidente della Bce si è dovuto spingere oltre "perché i capi di governo non sono stati in grado di agire nell'interesse comune europeo", si sostiene Habermas, che di fatto attribuisce alla Bce un ruolo di supplenza improprio, ma reso necessario dall'inettitudine della classe dirigente europea.
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Stati Uniti, la governatrice del South Carolina ordina la rimozione della bandiera confederata
Washington, 23 giu 09:43 - (Agenzia Nova) - Non si placa negli Stati Uniti la polemica sulla bandiera confederata che da sempre svetta all'esterno del parlamento di Columbia, capitale del South Carolina. La polemica è esplosa dopo la strage alla chiesa metodista afroamericana di Charleston (South Carolina) ad opera di un 21enne bianco motivato da chiari intenti razzistici. Il terribile assalto alla comunità afroamericana, culminato nella morte di nove persone, ha fatto nuovamente divampare in tutto il paese il dibattito sull'odio razziale e la discriminazione delle minoranze, e una serie di gruppi per i diritti umani e attivisti ha deciso di scagliarsi contro la bandiera confederata esposta fuori dall'assemblea legislativa di quello Stato, giudicata un simboli di odio razziale e apologia della schiavitù. Pressata da un gruppo di senatori bipartisan, ieri la governatrice repubblicana del South Carolina, Nikki Haley, ha ordinato la rimozione della bandiera, anche se i privati cittadini potranno continuare ad esporla nelle loro abitazioni private, come del resto accade in tutto il territorio dell'Unione: “E' giunto il momento di rimuovere la bandiera dai Capitol grounds. Non possiamo permettere che questo simbolo ci divida un momento di più”, ha dichiarato la governatrice, suscitando gli applausi dei legislatori. La bandiera confederata era stata oggetto di un attacco da parte dei legislatori del South Carolina anche nel 2000, ma in quell'occasione la questione era stata derubricata a una mera polemica ideologica, e la bandiera era stata definita dalla maggioranza dei legislatori un simbolo storico dello Stato. Il South Carolina fu il primo Stato a proclamare la secessione dall'Unione, e proprio sul suo territorio e proprio a Charleston, dove sorgeva Fort Sumter, ebbe inizio nell'aprile 1861 la guerra di secessione americana.
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Rapporto Onu, a sia Israele che Hamas responsabili di crimini di guerra a Gaza
Washington, 23 giu 09:43 - (Agenzia Nova) - U rapporto dell'Alto commissariato per i diritti umani delle Nazioni Unite accusa sia Israele che Hamas di “gravi violazioni del diritto umanitario internazionale” e di potenziali crimini di guerra durante l'operazione militare israeliana Protective Edge su Gaza, la scorsa estate. Il rapporto, lungamente atteso, distribuisce le colpe per le migliaia di vittime e la devastazione arrecata dal conflitto ad entrambe le parti belligeranti, e punta in particolare l'indice contro “l'impunità” che regna su entrambi i fronti. I risultati del rapporto potrebbero essere impugnati dalla Corte penale internazionale dell'Aia, che sta soppesando l'avvio di una indagine formale in merito alla guerra dell' scorso anno. Se così fosse – scrive la “Washington Post” - i comandanti delle milizie di Hamas e i generali delle Forze di difesa israeliane potrebbero trovarsi equiparati ai signori della guerra africani oggetto delle accuse del tribunale. Il rapporto ha suscitato una dura reazione da parte del governo di Tel Aviv: il premier israeliano Benjamin Netanyahu lo ha definito “fallato e di parte”, ed ha chiesto alla comunità internazionale di ignorarne i contenuti. Hamas, di contro, ha lodato il documento ed ha espresso l'auspicio che i leader israeliani vengano presto chiamati a rispondere del loro operato di fronte alla Corte penale internazionale, anche se ai leader dell'organizzazione palestinese potrebbe accadere lo stesso.
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Iran, il parlamento chiude i siti militari agli ispettori internazionali
New York, 23 giu 09:43 - (Agenzia Nova) - Il parlamento iraniano ha approvato domenica, con 199 voti favorevoli su un totale di 213, una bozza di legge che vieta l'ispezione dei siti militari da parte degli ispettori internazionali, sferrando un duro colpo a una delle clausole che l'Occidente e gli Stati Uniti considerano cruciali nell'ambito dei negoziati sul programma nucleare di Teheran. Se ratificato, il provvedimento complicherebbe i negoziati in corso a Vienna tra la Repubblica islamica e le potenze nucleari del P5+1 (Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Russia, Cina e Germania), sebbene l'amministrazione presidenziale di Washington abbia già inviato segnali di cedimento anche sul tema delle ispezioni, che pure sarebbero necessarie a vigilare sull'adempienza di un eventuale accordo da parte dell'Iran. La bozza approvata dal parlamento iraniano recita che “All'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea, ndr) è consentito, entro i margini dell'accordo di salvaguardia, di condurre ispezioni convenzionali entro i siti civili”, ma “l'accesso ai siti non nucleari militari, di sicurezza e strategici, oltre a documenti e scienziati, è proibito”. Il provvedimento richiede anche al ministro degli Esteri iraniano di riferire ogni sei mesi al parlamento in merito all'implementazione di un eventuale accordo. Il testo di legge, sottolinea però il “Wall Street Journal”, rappresenta anche una vittoria parziale delle forze moderate, poiché prevede che la decisione finale in merito a un eventuale accordo con l'occidente non spetterà al parlamento. I negoziati in corso a Vienna dovrebbero culminare in un accordo definitivo entro la scadenza del 30 giugno, ma la delegazione iraniana si è già detta pronta a proseguire i colloqui oltre quella data pur di appianare eventuali divergenze e giungere a un accordo: “Abbiamo discusso come accelerare le discussioni a Vienna per i prossimi, difficili giorni di negoziato”, ha spiegato ieri il ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif a margine di un incontro in Lussemburgo con le controparti di Regno Unito, Francia e Germania. “C'è un impegno politico da parte di tutti ad andare avanti”, ha spiegato il ministro, che si è detto ottimista riguardo la possibilità di giungere a un'intesa definitiva entro la fine del mese o al massimo nei giorni immediatamente successivi.