Come si combatte il jihad islamico. Gran lezione di David Cameron
Confiscate i passaporti ai vostri figli, se pensate che stiano per essere risucchiati dallo Stato islamico in Siria o altrove. Denunciate i predicatori radicali nelle scuole e nelle moschee, quelli che incitano all’odio, usano la leva della povertà non per riscattarvi e darvi un’alternativa, ma per affossarvi e fissare un prezzo alla vostra disperazione, ancor più a quella dei vostri figli. Seguite chi non accetta la visione feroce dell’islam e chiede una riforma, puntando sulla tolleranza e la convivenza. E se qualcuno dice, a voi musulmani, che non appartenete al Regno Unito, e vi rende incattiviti, faremo di tutto perché questa pazza idea non vinca.
David Cameron lunedì ha tenuto un discorso accorato su quello che ha definito “struggle” di una generazione: combattere il jihadismo dentro al paese, la tentazione di andar a far parte di un mondo in cui finalmente puoi contare, affiliandosi allo Stato islamico e alla sua “visione malata del mondo”. “Non è così, vi useranno per i loro fini” e vi getteranno via”, ha detto il premier inglese, se sei un ragazzo finirai sacrificato, se sei una ragazza finirai abusata. Il governo ha messo in campo una serie di misure contro l’islamismo interno: l’arco temporale previsto è di cinque anni, ci saranno finanziamenti ai leader moderati – sperando di non fare errori di valutazione – e alle istituzioni che hanno il compito di fermare i predicatori e individuare i canali in cui il radicalismo arriva ai giovani, evitando che emergano nelle città ghetti di fanatismo. C’è già chi dice che la libertà di parola sarà limitata, ma il governo britannico conosce bene le argomentazioni: la libertà non c’entra nulla, è solo estremismo.