Dei migranti cercano di passare il tunnel di Calais sui tetti dei camion (foto LaPresse)

La guerra franco-inglese a Calais

Redazione
Cameron fa il duro, i media attaccano Parigi. Esiste davvero un’alternativa?

David Cameron, premier inglese, ha riunito di nuovo il suo Cobra Team per affrontare l’emergenza “inaccettabile” di Calais, dove i migranti, quello “sciame di persone” come l’ha definito Cameron facendo imbestialire i laburisti, premono sul tunnel della Manica con la loro disperazione, scappando da una Francia che giudicano “hopeless”, senza speranza, e provando a trovare un’occasione di vita in terra inglese. I francesi mandano la polizia, i britannici mandano polizia, cani, e molte reti per creare degli steccati, tutti sono sotto pressione sia delle opinioni pubbliche interne sia dell’Europa. Per Cameron la situazione è delicata, perché gli obiettivi di contenimento dell’immigrazione che si era dato già nel primo mandato non sono stati raggiunti, e perché sta rinegoziando poteri e interessi con Bruxelles in vista del referendum sulla Brexit.

 

Per questo i media inglesi sono piuttosto aggressivi, e danno la colpa ai francesi, che non hanno saputo gestire un’emergenza che non ha nemmeno più i caratteri dell’emergenza: se ci sono 4 milioni di profughi generati soltanto dalla crisi siriana, è chiaro che l’Europa sarà sempre più terra di speranza, e quel che è temporaneo diventerà permanente. Come ha scritto Philip Stephens sul Financial Times, siamo di nuovo di fronte a un fallimento europeo, tutti provano a curare i sintomi del problema delle migrazioni e non le cause, con l’esito sempre uguale di cercare qualcuno cui dare la colpa. La mancanza di solidarietà nell’Unione europea ha creato una somma di egoismi nazionali, con il risultato, invero miope, di trasformare un problema di tutti in un problema di nessuno. Il problema però è sempre lì: siamo sicuri che esita un’alternativa?