Un'immagine dell'attacco al mercato di Douma (foto LaPresse)

Il rais che ha sbagliato guerra

Redazione
Il presidente siriano Assad potrebbe essere l’alleato perfetto dell’occidente, se l’occidente avesse dichiarato guerra ai venditori di ortaggi e alle massaie che vanno a fare la spesa.

Il presidente siriano Assad potrebbe essere l’alleato perfetto dell’occidente, se l’occidente avesse dichiarato guerra ai venditori di ortaggi e alle massaie che vanno a fare la spesa. Domenica le forze governative hanno bombardato il  mercato principale di Douma all’ora di punta, nel primo giorno della settimana siriana, quando c’è il massimo affollamento. La lista dei morti ha raggiunto i 104 nomi. E’ stata una rappresaglia per l’assalto subito il giorno prima da una base dell’esercito vicina, a sud di Harasta, assalto intrapreso dall’Esercito dell’islam, un gruppo armato sponsorizzato dai sauditi – lo stesso gruppo che a luglio ha messo su internet un video in cui giustizia con un colpo alla nuca dodici uomini dello Stato islamico (tanto per marcare la differenza). Douma, Harasta: sono luoghi che fanno parte dell’anello esterno di difesa della capitale Damasco, e il governo siriano reagisce a ogni rottura di questo anello (questione di vita o di morte) con un attacco punitivo sui civili. Dello Stato islamico non c’era l’ombra.

 

Il punto è che l’occidente ha dichiarato guerra al terrorismo e non ai civili siriani, e starebbe provando blandamente a domare le fiamme di un rogo che durerà a lungo in Siria, Iraq e medio oriente tutto. I pompieri sono ancora in estrema difficoltà, e Assad in questo momento fa la parte del matto che s’aggira per la scena dell’incendio sparando con un mitra. Non è di estrema utilità. Dal punto di vista strategico per ora lui fa il segnaposto, in una situazione che è bloccata da troppi fattori che agiscono tutti assieme, ma prima o poi bisognerà porsi il problema di un rais che ha aiutato, sponsorizzato e finanziato i jihadisti in Iraq dal 2003 al 2009 e che oggi si dipinge con l’aureola, come protettore delle minoranze. Che poi, per capire chi conta davvero in Siria oggi, basta vedere chi ha negoziato la scorsa settimana la tregua della città di Zabadani, vicino Damasco: l’Iran, direttamente. C’è poi la questione della difesa dei cristiani, che stanno scomparendo dal medio oriente a causa della persecuzione dei terroristi islamici. Ma in nessun passo del Vangelo si dice che la soluzione e la Salvezza verranno dal radere al suolo un mercato dell’ortofrutta e tutti gli ignari che per caso vi si trovano.