Iraniani, ispezionatevi da soli e diteci
Nella notte di mercoledì è uscito uno scoop pasticciato dell’Associated Press, che ha fatto infuriare i repubblicani che si oppongono all’approvazione da parte del Congresso americano del deal nucleare con l’Iran – cioè li ha fatti infuriare ancora di più. E probabilmente ha convinto anche qualche democratico. Nel giro di poche ore, però, mentre in America il caso politico montava, la Ap prima ha ritirato le sue rivelazioni (cancellandole senza spiegazioni dal pezzo pubblicato online) e poi la mattina di ieri ha riconfermato tutto. Insomma, la bomba giornalistica non è esplosa come previsto, anche se il suo contenuto è puro veleno per l’Amministrazione Obama: secondo una bozza di documento vista da Ap, esiste un accordo laterale stipulato tra Teheran e l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) sulle ispezioni del sito atomico di Parchin, un complesso militare che da più di un decennio è sospettato di essere il centro di sviluppo dell’arma atomica e delle testate nucleari dell’Iran. La bozza è stata definita “molto simile” alla stesura finale e stabilisce che gli ispettori dell’Aiea non avranno accesso a Parchin, ma delegheranno le ispezioni, la raccolta di campioni, di video e di fotografie agli iraniani. Insomma, l’accordo sta diventando: ispezionatevi da soli e fateci sapere se siete pericolosi e se state portando avanti un programma nucleare alle nostre spalle.
Messa così, suona farsesca, e infatti i commentatori si sprecavano con i paragoni con The Onion, il sito satirico americano. L’Aiea è l’organo internazionale che ha il compito più delicato tra quelli previsti dal deal: assicurarsi che Teheran non stia infrangendo i termini dell’accordo, e nel caso allertare la comunità internazionale per il cosiddetto “snap back”, il meccanismo di rappresaglia immediata. Se l’America ha ottenuto ispezioni con preavviso, l’Aiea ha ottenuto una categoria tutta nuova: le autoispezioni. Nota bene: il deal non è ancora entrato in vigore e non è ancora stato votato al Congresso. Ha una scadenza di quindici anni. Chissà quali altre facciate di cartone cadranno e quali altre crepe si apriranno sulla superficie, se durerà davvero così tanto.