Gli scontri a Kiev e i pericoli per la fragile tregua in Ucraina
E’ uno degli ultimi passi di Minsk 2, l’accordo di pace stipulato in Bielorussia tra Mosca, Kiev e i ribelli dell’oriente ucraino. Il governo ucraino deve riconoscere alle due province separatiste di Donetsk e Luhansk autonomia federale, a garanzia del cessate il fuoco. Il governo ha atteso mesi prima di varare una riforma dello stato in senso federalista, e questo gli ha attirato le critiche di chi da parte russa è scettico sulla buona volontà di Kiev – ma anche il cessate il fuoco che i ribelli avrebbero dovuto rispettare è stato infranto più di una volta, e ci sono stati decine di morti da entrambe le parti. Oggi, quando finalmente un disegno di legge è stato presentato in prima lettura al Parlamento, si è visto perché il governo di Petro Poroshenko fosse tanto esitante.
Centinaia di esponenti dei movimenti nazionalisti, guidati dal partito Svoboda, hanno cercato di prendere d’assalto il palazzo del Parlamento, respinti da decine di poliziotti in tenuta antisommossa. Le violenze sono degenerate, ci sono state esplosioni, almeno una delle quali riconducibile a una granata: il corrispondente della Bbc da Kiev racconta di aver visto “pozzanghere di sangue”. Un membro della guardia nazionale ucraina è stato ucciso, ci sono circa 130 feriti, undici dei quali, ha scritto il ministro dell’Interno Arsen Avakov su Facebook, sono in condizioni gravi. Il ministro ha accusato direttamente Svoboda, scrivendo che la polizia ha arrestato 30 persone, tra cui un membro del partito nazionalista che ha confessato di aver lanciato una granata. Uomini con indosso una maglietta del partito sono stati visti mentre lanciavano esplosivi. “Dimmi”, ha scritto Avakov rivolgendosi direttamente al leader di Svoboda, Oleh Tyahnybok, “in che modo Svoboda è differente dai bastardi che sparano alla nostra guardia nazionale al fronte?”. Il presidente Poroshenko ha definito gli scontri a Kiev una “pugnalata alle spalle”.
In Parlamento la prima votazione del disegno di legge federalista è stata approvata con il voto favorevole di 265 deputati su 450. Durante i lavori parlamentari, i deputati nazionalisti hanno inscenato proteste nell’Aula, urlando “vergogna!” e battendo ritmicamente i pugni sulle panche. Il federalismo è una delle parti fondamentali degli accordi di Minsk, e da tempo gli alleati occidentali premono su Kiev per l’approvazione di una legge che dia poteri di autogoverno alle regioni orientali, come previsto dagli accordi. Per i partiti nazionalisti, invece, una legge federale equivale a una sconfitta sul campo. Ma nonostante i disordini in piazza, l’approvazione della legge in Parlamento è una prova positiva per il governo di Kiev. Per far approvare la legge in via definitiva, però, Poroshenko ha bisogno del voto di 300 parlamentari, soglia molto più diifficile da raggiungere.
[**Video_box_2**]I morti nel conflitto ucraino sono ormai oltre 7.000, e quest’estate il cessate il fuoco stipulato a Minsk è stato violato più volte (da entrambe le parti, dicono gli ispettori dell’Osce), fino quasi a crollare. Ribelli e governo, scrive la Bbc, hanno tuttavia accettato di ridurre i conflitti a partire dal primo di settembre.