Il taxi del domani
Da ieri New York ha un suo nuovo taxi standard, una Nissan Nv200, con il tetto trasparente così alzi gli occhi e vedi il cielo, gialla, confortevole, nuova di pacca. Ma il sindaco, Bill de Blasio, non festeggia, non ci sono state conferenze stampa per celebrare lo sbarco del “Taxi of tomorrow”, perché questo è un progetto voluto dal suo predecessore, quel Michael Bloomberg che va spesso di traverso a De Blasio.
In uno di quei cortocircuiti ideologici che capitano soltanto nelle battaglie che contano davvero, De Blasio si è in passato ribellato al piano del taxi del futuro dicendo che la Nissan fa affari con l’Iran (!) e postando su Twitter una foto del modello prescelto dalla città con a bordo l’impresentabile presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad. Poi il progetto però è andato avanti, e la commissione della città che doveva valutarne la fattibilità e scegliere a quale casa automobilistica affidarsi, ha dato il via libera e da ieri i tassisti di New York sono incoraggiati a comprarsi il veicolo del domani (che costa 29 mila dollari), come simbolo cittadino e anche del futuro della loro professione. Perché se non ci fosse Uber a tenere svegli di notte i tassisti – molti di loro, a New York, sono passati con i “disruptor” – non ci sarebbe stato poi tanto bisogno di un restyling così potente, invece ora conta differenziarsi, e mettere delle barriere: siamo due cose diverse. Che questo poi abbia un impatto vero sul mercato è tutto da vedere, a chi prende il taxi interessa quanto deve pagare, ma “un viaggio confortevole”, diceva Bloomberg, cambia l’esperienza, e quindi la fedeltà al prodotto. Se poi puoi anche guardare il cielo di New York, è tutto più bello.
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