Gasare la notizia
L’ansia di sensazionalismo gioca brutti scherzi. Ne è un esempio particolarmente urticante la decisione di Repubblica di sparare in prima pagina un titolone in cerca di orrore e indignazione: “A Budapest gas sui profughi”. Non è una notizia, anzi è una notizia falsa, come si evince leggendo le prime righe del servizio che si apre evocando “l’odore di pochi lacrimogeni”, mentre il titolo giocava sporco con l’allusione semantica alle camere a gas.
Si può essere contrari quanto si vuole alla linea del governo ungherese, alla sua politica e persino alla persona del premier Viktor Orbán, ma trasformare lo sgombero di una piazza in una specie di riedizione delle retate di ebrei avviati alle camere a gas è pura farneticazione. L’Ungheria sente il rischio di restare schiacciata tra le aperture di Angela Merkel ai migranti siriani e il flusso incontrollabile alle sue frontiere, il che spiega, anche se non giustifica, il ricorso a misure talora brutali. E’ il puzzle dell’immigrazione, del quale l’Europa non riesce a venire a capo. Questo lo sanno bene anche i giornalisti di Repubblica, che illustrano spesso con competenza i problemi che derivano da questo stallo decisionale. E spesso da quelle pagine arrivano ammonimenti sulla necessità di affrontare i problemi a mente fredda, senza farsi trascinare da sentimenti elementari. E’ giusto, ma vale per tutti. Manipolare una notizia fino a falsarla per suscitare emozioni è proprio uno dei comportamenti che i soloni di Rep. censurano severamente, quando a farlo è un esponente del fronte anti immigrazione. Ora, invece, la caduta di stile che stupisce e preoccupa perché supera i limiti della faziosità per arrivare a quelli della demonizzazione.
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