L'algoritmo sbagliato di Juncker
Perché sostenere che la denatalità europea causerebbe una crisi demografica che solo un considerevole afflusso migratorio potrebbe sanare è un’aberrazione ottica.
Va di moda un rudimentale algoritmo secondo il quale la denatalità europea causerebbe una crisi demografica che solo un considerevole afflusso migratorio potrebbe sanare. Persino il compassato presidente della commissione europea Jean-Claude Junker ha lasciato echeggiare questa banale matematica nel suo recente intervento al Parlamento europeo. Paradossalmente, se si applicasse questa idea genericamente distributiva della popolazione bisognerebbe che dall’Europa sovrappopolata partissero migranti per ripopolare l’Africa e non certo viceversa. Considerare solo le tendenze demografiche trascurando la densità reale della popolazione, che è peraltro differente tra le diverse zone dell’Europa e va considerata non in base alla superficie lorda ma a quella utilizzabile, soprattutto pianeggiante, porta a una aberrazione ottica che può magari servire per sostenere una tesi politica ma che non per questo ha una logica razionale.
Anche i confronti con le grandi migrazioni che popolarono l’America trascurano la questione di fondo della sovrappopolazione europea e asiatica messa in relazione a un continente nuovo allora sottopopolato. Più in generale trattare come puri numeri gli immigrati, trascurando le loro caratteristiche specifiche, dalla condizione professionale alla esperienza civile, significa non rispettare la loro qualità umana e creare confusione sulla complessa questione dell’integrazione e del lavoro. C’è una emergenza legata alla instabilità di grandi aree e bisogna affrontarla nelle sue dimensioni reali, con intelligenza e razionalità, senza farsi prendere da mitologie identitarie per respingere in blocco le richieste di asilo, ma nemmeno farsi imbrogliare a una matematica approssimativa che cerca di presentare una tragedia come una buona occasione.