Le ispezioni fai da te dell'Iran
Il segretario di stato americano John Kerry, subito dopo la firma del deal atomico con l’Iran, aveva promesso ispezioni “anytime, anywhere” ai siti nucleari della Repubblica islamica. Sono passati pochi mesi e molti indizi sembrano confermare quanto raccontato da uno scoop molto contestato pubblicato da Associated Press in agosto: siamo già alle ispezioni fai da te. Lunedì Yukiya Amano, il capo dell’Aiea, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica che ha il compito di controllare che l’Iran rispetti gli accordi, ha annunciato di aver fatto visita al sito militare di Parchin, in Iran, uno dei luoghi dove da anni l’intelligence occidentale sospetta che Teheran abbia tentato di costruire la Bomba. All’apparenza è un segnale di buona volontà da parte degli iraniani, che avevano giurato che nessun ispettore sarebbe mai entrato nei siti militari, e che adesso accolgono Amano a braccia aperte. Ma nel comunicato qualcosa non va.
Amano non è entrato a Parchin in veste di ispettore, ma, come ha scritto l’agenzia di stampa iraniana Irna, ha compiuto una “visita cerimoniale come ospite della Repubblica islamica”. Lo stesso Amano ha ammesso di aver visitato un edificio “senza macchinari”, in cui erano stati fatti di recente “lavori di ristrutturazione”. Una specie di guscio vuoto nell’enorme sito di Parchin, che si estende per 50 chilometri quadrati. L’operazione di raccolta di “campioni ambientali” necessari all’Aiea per valutare l’attività nucleare dell’Iran, dice Amano, è stata fatta “prima della nostra visita”, e qui arriva il problema, perché né l’Aiea né gli iraniani dicono che gli ispettori dell’agenzia fossero presenti, e l’agenzia aggiunge anzi che “gli iraniani hanno preso parte al processo”. Sembra che tutto segua il copione dello scoop di Ap, secondo il quale avrebbero dovuto essere gli iraniani, sorvegliati a distanza, a raccogliere i campioni da consegnare all’Aiea, senza ispettori presenti. E’ quello che ha detto anche il capo dell’agenzia nucleare iraniana: l’Aiea non è entrata a Parchin, le ispezioni ce le siamo fatte da noi. L’agenzia dell’Onu ripete che controlli serrati hanno garantito l’integrità dei campioni, ma la possibilità di ispezioni fai da te in uno dei siti più pericolosi della Repubblica islamica fanno crollare ancora di più le garanzie date dall’Amministrazione americana a sostegno dell’accordo, basato sulla fiducia cieca in un partner inaffidabile.