La Catalogna indipendente non piace (troppo) ai catalani
Maggioranza assoluta per quanto riguarda i seggi – 72 a 63 –, ma maggioranza relativa per quanto riguarda i voti (47,8 per cento). L'indipendentismo catalano nelle elezioni di ieri vince in larga misura, ma non raccoglie il 50 per cento delle preferenze. E questo è un dato importante, perché indebolisce il peso della vittoria in questa tornata elettorale che valeva, nei fatti, come un referendum sull'indipendenza della regione.
Si è votato domenica – anticipando così la naturale data delle elezioni nel 2016 – dopo che Madrid aveva rifiutato di concedere il referendum sull'indipendenza, referendum che si era comunque tenuto e che aveva visto il Sì trionfare con l'80 per cento dei voti, anche grazie alla non ufficialità del voto.
"Ha vinto il sì all'indipendenza", ha detto nella notte Artur Mas il leader del partito Juntos pel Sì che ha ottenuto il 39,6 per cento dei voti, aggiungendo: "Nelle prossime settimane metteremo le basi per l'indipendenza dalla Spagna". E ancora: "Non cederemo: abbiamo vinto con quasi tutto contro, e questo ci dà una forza enorme e una grande legittimità per portare avanti questo progetto. Stiamo scrivendo la pagina più gloriosa della storia della Catalogna". Il progetto del politico catalano è quello di avviare l'iter per l'indipendenza della regione, cercando però di evitare la proclamazione unilaterale.
[**Video_box_2**]L'ottimismo di Mas dovrà però fare i conti con la Cup, il movimento secessionista anticapitalista guidato da Antonio Banos che ha ottenuto l'8,2 per cento dei voti e 10 seggi nel parlamento catalano e che sarà decisivo nelle scelte del leader di Juntos per Sì. Il leader secessionista dopo aver detto addio alla Spagna con un tweet ha poi commentato che "Mas non è essenziale per la Catalogna" e "che i catalani hanno votato un progetto non un uomo". Potrebbe essere proprio la presenza di Mas – malvisto da Cup dopo la difesa di alcuni suoi colleghi di partito indagati per corruzione – a far decidere a Banos di non supportarlo in parlamento.
A pesare nella vittoria non vittoria dell'indipendentismo è stata la difficoltà incontrata nella provincia di Barcellona, la più popolosa e influente, che non ha premiato i due partiti secessionisti, concedendo loro solo il 44,3 per cento dei voti, premiando soprattutto Ciudadanos, il movimento della cittadinanza, passato dal 7,6 per cento del 2012 al 17,92 per cento delle preferenze e attestandosi così come seconda forza politica nella regione davanti ai due partiti tradizionali della destra (Partido Popular, sceso all'8,5 per cento totale) e della sinistra ( Partit dels socialiste de Catalunya al 12,7).
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