Lo schiaffo di Abu Mazen
Il presidente dell’Autorità nazionale palestinese Abu Mazen ha detto mercoledì che la Palestina non riconosce più il valore degli accordi di Oslo, fondamento da oltre vent’anni del processo di pace tra Israele e Palestina. Abu Mazen ha parlato davanti all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York, e ha attaccato Israele con una durezza che dimostra il deterioramento progressivo dei rapporti tra il governo israeliano e l’Autorità nazionale palestinese degli ultimi tempi. Secondo Abu Mazen Israele ha violato gli accordi, e per questo non c’è ragione per cui l’Autorità palestinese debba rimanervi fedele: “Non possiamo continuare a essere legati da questi accordi con Israele, e Israele deve assumere la sua piena responsabilità come potenza occupante”, ha detto all’Assemblea generale.
Gli accordi di Oslo sono stati firmati nel 1993 da Yitzhak Rabin e Yasser Arafat alla presenza dell’allora presidente americano Bill Clinton, e oltre a porre le basi della soluzione dei due stati, postulano il mutuo riconoscimento tra Israele e l’Autorità palestinese. Prevedono inoltre una serie di intese nel campo della sicurezza, dell’economia e del coordinamento civile. Dal punto di vista simbolico il rigetto da parte di Abu Mazen degli accordi di Oslo ha un valore enorme, ma non è ancora chiaro quali saranno le ricadute pratiche delle sue dichiarazioni. Khalil Shikaki, analista politico palestinese, ha detto al New York Times che le parole di Abu Mazen “non valgono niente” fino a che non adotterà sul serio le misure minacciate, rompendo nella pratica gli accordi politici e diplomatici presi nel 1993. Alcune anticipazioni dicevano che Abu Mazen avrebbe annunciato la dissoluzione dell’Autorità palestinese o la fine della cooperazione con Israele nel campo della sicurezza, ma il presidente dell’Autorità ha preferito tenersi sul vago.
Nel suo discorso all’Onu, Abu Mazen ha inoltre attaccato duramente la gestione dei luoghi sacri di Gerusalemme da parte del governo israeliano, e chiesto il riconoscimento della Palestina come membro dell’Onu: “La Palestina, che è uno stato osservatore non membro, merita pieno riconoscimento e piena partecipazione”, ha detto. Il tentativo da parte del presidente dell’autorità palestinese di forzare il riconoscimento di uno stato palestinese da parte delle principali organizzazioni internazionali, senza passare per un accordo organico con Gerusalemme, va avanti da almeno tre anni e ha contribuito al blocco quasi completo del processo di pace.
[**Video_box_2**]Poco dopo la fine dell’intervento di Abu Mazen, l’ufficio del premier israeliano Benjamin Netanyahu ha reso pubblico un comunicato in cui definisce il discorso “pieno di bugie che promuoveranno unicamente l’agitazione e il disastro in medio oriente”. Il governo non ha risposto direttamente alle minacce di sciogliere gli accordi di Oslo fatte da Abu Mazen, ma ha accusato il presidente dell’Autorità palestinese di non stare lavorando per la pace: “Ci aspettiamo che l’Autorità palestinese e la sua leadership agiscano con responsabilità e rispondano alla richiesta del primo ministro israeliano di organizzare un dialogo diretto e senza precondizioni. Il fatto che (Abu Mazen) abbia più e più volte rifiutato di rispondere a questa richiesta è la prova migliore che il suo volto non è rivolto nella direzione della pace”.
Martedì Abu Mazen, in un op-ed sull’Huffington Post, ha scritto che i palestinesi non possono aprire un dialogo bilaterale con Israele finché si comporterà da “potenza occupante”, e che l’unica via di progresso è un processo multilaterale.