La chiarezza morale di Bibi
L’accordo con l’Iran non rende la pace più probabile, ma la sospensione delle sanzioni rende la guerra più probabile, ha detto ieri il premier israeliano Benjamin Netanyahu all’Assemblea generale dell’Onu. Quel che vuole fare Teheran è chiaro, ha detto, lo è da anni, lo è ancora di più adesso che l’isolamento sta finendo, ma se le vostre città fossero sotto attacco come le nostre, allora forse sareste tutti più cauti nel celebrare l’accordo. Noi ci difenderemo, ha ripetuto il premier, anche se il resto del mondo – cioè l’Onu – continua a tacere o a disinteressarsi, impegnato com’è a preparare mozioni e risoluzioni contro Israele: l’Iran non diventerà un paese nucleare, le sue malefatte non resteranno “sotto al tappeto persiano”, “vi controlleremo da molto vicino”.
Così Netanyahu garantirà la pace nel suo territorio, la stessa pace che vorrebbe con i palestinesi, ma che i palestinesi continuano a boicottare. Due giorni fa, sempre di fronte alla stessa illustre platea, il rais palestinese Abu Mazen ha detto di voler sospendere gli accordi di Oslo e il resto dell’Onu ha celebrato issando, per la prima volta, la bandiera palestinese sul Palazzo. Questo dimostra, se mai ce ne fosse bisogno, ha detto il premier, che siete voi che boicottate la pace: noi siamo pronti a ricominciare il dialogo quando siete pronti, e siamo a favore della soluzione due popoli-due stati che si concretizzerà quando ci sarà il disarmo delle milizie palestinesi.
[**Video_box_2**]Netanyahu ha denunciato ancora una volta l’ossessione delle Nazioni Unite nei confronti di Israele. In Siria ci sono stati 250 mila morti in quattro anni, “dieci volte i morti palestinesi e israeliani in cent’anni di conflitto” eppure “soltanto l’anno scorso questa Assemblea ha adottato 20 risoluzioni contro Israele e soltanto una contro lo sterminio in Siria”. Questo la dice lunga sulle priorità globali, ma Netanyahu ha ribadito che non c’è alleato più importante dell’America – “si litiga come nelle famiglie” – e che il piano annichilente dell’Iran fallirà, perché Israele si difende. E tutti, ha detto il premier israeliano, dovrebbero difenderlo, non per chissà quali ragioni geopolitiche o equilibrismi strani, ma perché Israele vuol dire libertà e progresso, “e difendendoci, difendete anche voi”. Che con la crisi siriana e due genitori israelini uccisi ieri davanti ai loro bimbi in Cisgiordania è sempre da ricordare.