I trafficanti che cercano di vendere materiale radioattivo allo Stato islamico
L’Associated Press ha pubblicato un’inchiesta secondo cui negli ultimi cinque anni dei gruppi criminali con contatti russi hanno cercato di vendere materiale radioattivo a terroristi del medio oriente, compresi i miliziani dello Stato islamico. Le operazioni criminali avvengono in Europa dell’est, e le forze di polizia locali, in collaborazione con l’Fbi, hanno bloccato quattro tentativi di vendita di materiale radioattivo negli ultimi cinque anni. L’ultimo è avvenuto a febbraio di quest’anno, quando un contrabbandiere è stato fermato in Moldavia mentre cercava di vendere un carico di cesio, sufficiente per contaminare interi quartieri di una città, scrive Ap, a dei compratori legati allo Stato islamico.
L’Ap ha ottenuto documenti sulle indagini dalla polizia e dalle autorità giudiziarie della Moldavia, ed è riuscita a individuare delle vulnerabilità notevoli nel sistema di prevenzione del contrabbando di sostanze radioattive. Tra questi la fine della cooperazione tra autorità occidentali e quelle della Russia, da cui proviene tutto il materiale, e la tendenza a fermare i traffici nella prima parte delle trattative, che dava ai contrabbandieri la possibilità di fuggire con il materiale nucleare.
Le operazioni compiute dalla polizia moldava in collaborazione con l’Fbi americana sono state un misto di vecchie tecniche di spionaggio e di soluzioni high tech che hanno permesso, per esempio, di intercettare un contrabbandiere che diceva: “Voglio un compratore dello Stato islamico perché loro bombarderanno l’America”. Il caso più preoccupante è avvenuto nel 2011, quando un personaggio chiamato Alexandr Agheenco, che secondo le autorità moldave è un ex membro dell’Fsb russo, cercò di vendere attraverso un suo sottoposto dell’uranio U-235, pronto per fabbricare un ordigno, a un compratore del Sudan.
La ricerca di armi di distruzione di massa è da tempo una delle attività principali dei gruppi terroristici islamici. Almeno da quest’anno lo Stato islamico, per esempio, fa uso nella guerra siriana di sostanze chimiche proibite dai trattati internazionali. Oggi il New York Times ha pubblicato il racconto di una famiglia la cui casa nel nord della Siria è stata colpita da una granata contenente gas mostarda, che provoca danni permanenti e in alcuni casi mortali.
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