Motore franco-tedesco in panne
Doveva essere un intervento storico, come quello di Mitterrand e Kohl pochi giorni dopo la caduta del Muro di Berlino nel 1989, e invece è stato come un software ingannevole destinato a mascherare un motore franco-tedesco che non funziona più per l’Europa.
In un’epoca di molteplici crisi – dall’euro ai rifugiati, dall’Ucraina alla Siria – l’Europa deve restare unita, agire insieme e resistere a nazionalismi e populismi: questo è stato il messaggio di François Hollande e Angela Merkel ieri davanti all’Europarlamento. Molte belle parole (“il sovranismo è declinismo”, ha detto il presidente francese). Qualche passo avanti sui rifugiati (“il regolamento di Dublino è ormai superato”, ha spiegato la cancelliera tedesca). Ma nessuno dei due ha offerto una visione comune per il futuro, né accennato a soluzioni concrete per la Siria, la Brexit o i rapporti con la Russia.
[**Video_box_2**]A inceppare il motore dell’Europa oggi è la Francia, contraria a riformare i Trattati, recalcitrante sulle soluzioni comuni per i rifugiati e ostile ad altre cessioni di sovranità. Gli anti euro hanno avuto gioco facile a svelare il trucchetto. Marine Le Pen ha definito Hollande come “il vice-cancelliere di Merkel e governatore della provincia tedesca chiamata Francia”. Nigel Farage ha parlato della Francia come la “mezza calzetta” della coppia. Più seriamente, Luuk Van Middelaar, ex consigliere di Herman Van Rompuy, ha spiegato che “l’illusione ottica” del motore franco-tedesco “non è più credibile”. La Francia è troppo debole economicamente per fare da contraltare alla Germania. E qualche bomba sulla Siria non basta più a nascondere il declassamento di Parigi anche in politica estera.
Cosa c'è in gioco