Il nuovo stato confusionale dell'Ue
Dopo quattro anni e mezzo di guerra civile, a due settimane dall’inizio dei bombardamenti russi, malgrado la crisi dei rifugiati e la minaccia dello Stato islamico, l’Europa è ancora in stato confusionale sulla Siria. Al punto da appaltare la sua politica siriana all’inviato speciale dell’Onu, Staffan de Mistura. I ministri degli Esteri dell’Ue ieri hanno espresso “profonda preoccupazione” per l’escalation militare russa e hanno ribadito che “non può esserci pace durevole in Siria sotto l’attuale leadership” di Assad. Ma non sono riusciti a nascondere le divisioni. “Non ci sarà pace in Siria se Assad potrà restare”, ha spiegato il francese Désir. Il britannico Hammond ha detto di essere “flessibile” su modalità e calendario della partenza del dittatore, ma è fermo nella “condanna degli attacchi russi contro i gruppi moderati in Siria”.
L’Italia, con Paolo Gentiloni, è convinta che la Russia possa “svolgere un ruolo molto positivo”. La Germania vuole trattare con la coppia Putin-Assad, ha spiegato Steinmeier. Risultato: l’Ue lavorerà “mano nella mano con De Mistura per iniziare il processo politico che porti alla transizione”, ha detto l’Alto rappresentante, Federica Mogherini, lasciando capire che sarà l’inviato dell’Onu a parlare con Assad. Più seria degli scolaretti con la feluca, la Merkel ha deciso di prendere la diplomazia europea in mano. Domenica la cancelliera tedesca sarà ad Ankara per convincere la Turchia a mostrare più comprensione su rifugiati e transizione siriana. Erdogan risponderà che, in cambio, gli europei devono garantire “zone sicure” e “no-fly zone” in Siria. L’Ue si troverà così di nuovo di fronte al dilemma militare, cui non sa né vuole rispondere.
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