Hillary ha vinto il dibattito (occhieggiando a Sanders)
“Gli americani sono stanchi di sentir parlare delle tue dannate email!”. Questa frase, riferita allo scandalo delle email di Hillary Clinton e pronunciata dal candidato socialista Bernie Sanders, che di Clinton è l’acerrimo, e per ora unico, nemico alle primarie democratiche, è il simbolo di come il primo dibattito tra i candidati del Partito democratico americano, tenutosi la sera tra martedì e mercoledì a Las Vegas e organizzato dalla Cnn, sia stato più concentrato sui temi elettorali, ma anche più politicamente corretto dei due dibattiti dei repubblicani. Nessun democratico ha dato dello “stupido” a un altro e nessuno è riuscito a sostituire la verve di Donald Trump, ma Clinton e Sanders non hanno rifiutato lo scontro e hanno messo in discussione l’uno i valori dell’altra.
Al dibattito hanno partecipato tutti i candidati che hanno ottenuto almeno l’uno per cento nei sondaggi degli ultimi mesi, e i tre candidati presenti oltre a Clinton e Sanders (Lincoln Chafee, ex senatore e governatore del Rhode Island, Martin O’Malley, ex governatore del Maryland e Jim Webb, ex senatore della Virginia) da quell’uno per cento non si sono mai spostati né probabilmente avranno modo di farlo dopo il dibattito. Quello di Las Vegas è stato in pratica un dialogo a due, in cui Clinton e Sanders si sono attaccati l’un l’altra sui rispettivi punti deboli. Quello del senatore socialista è la questione del controllo delle armi, molto sensibile a sinistra: durante la sua carriera da senatore Sanders ha votato per proteggere i produttori di armi dalle cause di responsabilità per i danni commessi dalle armi da fuoco e in generale ha uno storico di dichiarazioni deboli sul tema caro ai democratici del controllo delle armi. Sanders si è riscattato quando il tema si è spostato sugli eccessi di Wall Street, sulle diseguaglianze economiche e sulle accuse, storiche, secondo cui Clinton sarebbe troppo soft con il grande business. “Non è il Congresso che regola Wall Street, è Wall Street che regola il Congresso”, ha detto il senatore.
[**Video_box_2**]In un dibattito in cui nessuno ha morso alla giugulare, Clinton è riuscita a mostrare esperienza, energia (è stata l’unica candidata che ha riso e sorriso costantemente durante tutto il dibattito, hanno notato alcuni) e un arsenale retorico capace di mettere in difficoltà Sanders, che con il dibattito avrebbe dovuto certificare la sua rimonta e invece ha lasciato la vittoria all’avversaria. Clinton è riuscita a evitare i suoi tradizionali punti deboli e, per esempio, in politica estera si è mostrata superiore senza impantanarsi sulla questione dell’attacco all’ambasciata di Bengasi. “Clinton mette pressione su Sanders in un dibattito combattuto”, ha titolato il New York Times. “Clinton affronta i critici”, scrive il Wall Street Journal. “Una prova di sicurezza da parte di Clinton”, si legge sul Washington Post. Eppure buona parte del dibattito si è svolta sul terreno delle diseguaglianze economiche care a Sanders, segnale che Clinton ha ancora bisogno di coprirsi a sinistra, ed è costretta a muoversi nel campo dell’avversario.