Il gol di Fabio Grosso contro la Germania nella semifinale dei Mondiali 2006

Un'altra bella truffa alla tedesca

Redazione
La Germania pagò mazzette alla Fifa per ottenere i Mondiali 2006? Dall’inchiesta dello Spiegel una nuova grana per Frau Merkel

La Germania si trova a fare i conti con un nuovo scandalo, a meno di un mese dallo scoppio del caso Volkswagen. Al centro della vicenda ci sono ora la federcalcio tedesca (Dfb), il suo presidente Wolfgang Niersbach e un mito come Franz Beckenbauer. Il settimanale Der Spiegel li accusa di aver pagato mazzette per battere la concorrenza del Sudafrica e ottenere l’organizzazione dei Mondiali del 2006 . Marco Bellinazzo, ilsole24ore.com 16/10;

Per i più smemorati, i Mondiali del 2006 si tennero in Germania dal 9 giugno al 9 luglio e furono vinti dall’Italia, che sconfisse in finale a Berlino la Francia dopo i calci di rigore.

il Post 17/10;

 

Non sono tempi felici per l’immagine della Germania. Pierluigi Mennitti: «Dopo il caso dei motori diesel truccati, che ha colpito l’orgoglio dell’industria automobilistica tedesca, ecco un’altra tegola che cade su una federazione calcistica che peraltro al momento si fregia del titolo di campione del mondo in carica. Se le accuse saranno confermate, sarà una brutta botta».

Pierluigi Mennitti, Ansa.it 16/10

 

Al momento in questa vicenda i condizionali sono d’obbligo, perché tutto si fonda su un’inchiesta del settimanale di Amburgo, che nella sua anticipazione non ha citato fonti. C’è però agli atti un comunicato del presidente della federazione calcio tedesca Niersbach, nel 2006 vice di Beckenbauer nel comitato organizzatore, che ammette irregolarità in un pagamento alla Fifa di 6,7 milioni di euro.

Pierluigi Mennitti, Ansa.it 16/10

 

Secondo Der Spiegel, per assicurarsi l’organizzazione della Coppa del Mondo, il Comitato organizzatore tedesco nel 2000 avrebbe aperto un conto segreto in cui sarebbero confluiti 10,3 milioni di franchi svizzeri (circa 9,5 milioni di euro al cambio d’oggi). Li avrebbe versati l’allora numero uno di Adidas Robert Louis-Dreyfus. Quei soldi sarebbero serviti per comprare i voti di quattro rappresentanti asiatici nel Comitato esecutivo della Fifa, composto da 24 membri.

Guido De Carolis, Corriere della Sera 17/10;

 

Il voto finale ci fu il 6 luglio 2000, la Germania superò il Sudafrica 12 a 11 con l’astensione del delegato neozelandese Charles Dempsey. A gettare ombre per primo fu Sepp Blatter che nel 2012, al tabloid svizzero Blick, insinuò: «All’ultimo momento qualcuno lasciò la sala: troppo ingenuo, uno si alza e se ne va all’improvviso... Non suppongo niente, io constato». Nel 2014, il quotidiano Die Zeit sostenne che il governo Schroeder avrebbe persuaso alcuni Paesi promettendo investimenti industriali e armi.

Francesco Saverio Intorcia, la Repubblica 17/10;

 

Tony Damascelli sottolinea il ruolo dell’Adidas nell’assegnazione della manifestazione: «Il lavoro di lobbying fu duro, i sudafricani godevano dell’appoggio del mondo asiatico, in quegli stessi giorni il governo tedesco assicurò una fornitura di bazooka all’Arabia Saudita che cambiò opinione e posizione al momento della votazione, così come gli altri quattro delegati asiatici componenti del comitato esecutivo della Fifa».

Tony Damascelli, il Giornale 17/10;


Der Spiegel ha individuato questi quattro delegati sospetti: uno è morto, due non commentano, l’ultimo è Chung Mong-joon, squalificato per sei anni dalla Fifa perché coinvolto in un altro scandalo di mazzette per i Mondiali in Qatar.

Francesco Saverio Intorcia, la Repubblica 17/10;

 

Il «prestito» di Louis-Dreyfus fu tenuto segreto e non figurava nel budget del Comitato organizzatore. Ma un anno e mezzo prima dei Mondiali 2006 l’allora amministratore delegato dell’Adidas chiese di riavere i soldi, circa 6,7 milioni al cambio di allora. Spiegel non lo spiega esplicitamente, ma è probabile che i soldi di Dreyfus fossero necessari perché il comitato che rappresentava la candidatura della Germania non disponeva di molti soldi. Una volta vinta l’asta il comitato organizzativo – legato a quello precedente – poteva disporre degli ingenti finanziamenti Fifa e ripagare così il “debito” contratto con Dreyfus.

il Post 17/10;

 

«Beckenbauer e Niersbach nel 2005 cercarono un modo per restituire i fondi illeciti», scrive Der Spiegel. «Documenti interni mostrano che con l’aiuto della Fifa fu creata una copertura per facilitare il pagamento. I tedeschi fecero una donazione di 6,7 milioni di euro per una cena organizzata dalla Fifa durante la cerimonia di apertura all’Olympiastadion di Berlino. La cena però fu poi cancellata. Il denaro fu comunque inviato alla Fifa, che a sua volta lo trasferì su un conto svizzero riconducibile a Dreyfus».

il Post 17/10;

 

Robert Louis Dreyfus non può rispondere delle accuse perché è morto di leucemia nel 2009, all’età di 63 anni. Mirko Molteni: «Si era fatto le ossa come soldato con la stella di Davide nella guerra dei Sei Giorni del 1967 per poi darsi a una luminosa carriera negli affari fino ad arrivare nel 1993 ai vertici dell’Adidas».

Mirko Molteni, Libero 17/10;

 

Come detto, la federcalcio tedesca ha diffuso un comunicato in cui sostiene che fece effettivamente partire un grosso pagamento che non è in grado di spiegarsi, esclude però che riguardasse l’assegnazione dei Mondiali del 2006. La Fifa ha fatto sapere che sta indagando sugli eventi rivelati dallo Spiegel nell’ambito di un’inchiesta interna già in corso. Adidas dice di non sapere niente di ciò che successe all’epoca.

il Post 17/10;

 

Ricorda Pierluigi Mennitti: «Fu una bella edizione, quella tedesca: oltre all’organizzazione perfetta, la Germania riuscì a dare di sé un’immagine moderna, di un Paese aperto e ospitale, stretto attorno alla sua nazionale multietnica e capace di sorridere anche di fronte alla sconfitta  con gli Azzurri nella semifinale di Dortmund. Ora quelle magiche notti estive tedesche potrebbero essere cancellate da uno scandalo».

Pierluigi Mennitti, Ansa.it 16/10

 

È la maledizione dei Mondiali, dopo i sospetti sull’assegnazione di quelli del ’98 in Francia e di due anni dopo in Sudafrica. Da mesi poi la Fifa è coinvolta in due inchieste separate aperte in Svizzera e negli Usa sulla presunta corruzione di alcuni suoi membri nel processo di assegnazione dei Campionati del mondo del 2018 e del 2022 (andati rispettivamente a Russia e Qatar).

il Post 17/10;

 

Intanto venerdì Blatter ha parlato in tv dei 2 milioni di franchi pagati a Platini, per i quali lui è indagato a Berna ed entrambi sono sospesi per 90 giorni dalla Fifa. «Fra me e Platini c’era un patto fra gentiluomini, un accordo informale. La sospensione? Difficile da digerire, ma è una liberazione. Ora sono senza lavoro e posso preoccuparmi di me stesso». La Football Association poi ha mollato Platini, sospendendo l’appoggio alla sua candidatura per la Fifa.

Alessandro Di Lellis, Il Messaggero 17/10;

 

Giusto due giorni fa il segretario dell’Uefa Gianni Infantino ha tentato di distinguere il calcio europeo dalla Fifa: «Noi non abbiamo bisogno di riforme e non c’è motivo di chiedere una governance esterna, se il calcio non fosse capace di produrre un capo credibile saremmo nei guai».

Giulia Zonca, La Stampa 17/10

 

Giulia Zonca: «Sono ufficialmente nei guai e chiedere distinzioni è inutile. Il pallone è stato amministrato per anni secondo le stesse regole a qualsiasi latitudine, con leggerezza, scaltrezza, senza troppi scrupoli e con vari buchi (o fondi) neri a segnare la strada. Gli scheletri nell’armadio si sono accumulati e più gli scandali minacciano il sistema più la faida interna si allarga. Probabilmente non è un caso che proprio nella settimana in cui il capo della federazione tedesca Niersbach dice parole pesanti contro Platini escano notizie sul Mondiale 2006 forse truccato».

Giulia Zonca, La Stampa 17/10

 

 

a cura di Luca D'Ammando

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