Il portavoce di Corbyn difende il terrorismo
Jeremy Corbyn ha detto che durante il suo incontro con il presidente cinese Xi Jinping ha sollevato il tema dei diritti umani violati dal governo di Pechino. E’ stato l’unico a farlo, in una visita, quella di Xi in Regno Unito, in cui il limite tra gli onori dovuti a un capo di stato portatore di investimenti miliardari e la coreografia a uso e consumo del Partito comunista è stata superata ampiamente, come mostrano gli sberleffi della stampa britannica contro i conservatori di David Cameron. Ma nelle stesse ore del suo incontro con Xi, il leader del Labour inglese ha mostrato per l’ennesima volta il suo doppio standard, nominando come capo della comunicazione e della strategia Seumas Milne, opinionista del Guardian celebre per la sua difesa in più occasioni del terrorismo islamico.
Milne è quello che due giorni dopo l’attentato dell’11 settembre scrisse che gli americani “non riuscivano a capire quanto sono odiati”. Che nel 2004 definì i terroristi che uccidevano soldati inglesi in Iraq come “resistenza armata” che conduceva la “vera guerra di liberazione dell’Iraq” contro le “truppe di occupazione” di americani e inglesi. Che nel 2014, partecipando a una manifestazione pro Palestina, disse che Israele “non ha il diritto di difendere dei territori che occupa illegalmente”, e che invece i palestinesi a Gaza hanno il “diritto di difendersi”, perché “contrattaccare non è terrorismo”. Lo staff di Corbyn ha annunciato l’assunzione di Milne con un comunicato squillante, mentre hanno inziato a circolare altre frasi famose a favore del terrorismo e contro i valori occidentali, ultima ed estrema dimostrazione del collasso culturale del Labour britannico.