Arrestati i componenti della rete jihadista legata al mullah Krekar
Una cellula jihadista agiva in Italia per reclutare militanti del terrorismo islamico. Stamattina un'operazione denominata "JWeb" ha coinvolto i carabinieri dei Ros insieme con le autorità giudiziarie e di polizia di Gran Bretagna, Norvegia e Finlandia coordinate da Eurojust, in un blitz antiterrorismo che ha portato all'arresto di 17 persone, tutte curdo-irachene tranne un kosovaro, indagate per associazione con finalità di terrorismo internazionale aggravata dalla transnazionalità del reato.
Secondo Franco Roberti, il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, l'organizzazione era "collegata allo Stato Islamico". Gli indagati, comunque, "non preparavano attentati in Italia", ha detto il comandante dei carabinieri del Raggruppamento operativo speciale, generale Giuseppe Governale. "Nel corso delle indagini - ha spiegato Governale - è stata invece documentata la progettazione di attività ostili con attentati a diplomatici norvegesi e del Regno Unito presso le rappresentanze diplomatiche in medio oriente e persino in Norvegia contro alcuni parlamentari per ottenere l'attenuazione del regime carcerario del Mullah Krekar", considerato il capo dell'organizzazione.
Krekar, il cui vero nome è Najmuddin Faraj Ahmad, è un iracheno residente in Norvegia dal 1991. Già fondatore nel 2001 di Ansar al Islam, gruppo terroristico curdo sunnita, ne prese poi le distanze e dopo essere fuggito dall'Iraq aveva ottenuto asilo politico in Norvegia. Le autorità norvegesi lo avevano arrestato una prima volta nel 2005 e poi di nuovo nel 2012 per alcune minacce di morte contro politici e forze dell'ordine. Krekar era stato giudicato come una "minaccia per la sicurezza nazionale" da Tribunale di Oslo. E' tornato in carcere nel febbraio 2015 per aver elogiato gli assalitori della redazione del giornale satirico francese Charlie Hebdo. Il mullah aveva definito nel corso di un'intervista i vignettisti come dei "pagani che è lecito uccidere". Krekar è considerato un importante ideologo dell’estremismo islamico in Europa, capace di fare proseliti sul web soprattutto tra i curdi iracheni.
[**Video_box_2**]In Italia, uno degli snodi chiave della rete di jihadisti era Merano. Qui, Nauroz Abdul Rahman, uno degli arrestati, particolarmente attivo nel reclutamento, organizzava riunioni segrete tra aspiranti terroristi suicidi o combattenti islamici. La cellula terroristica italiana di "Rawti Shax" (o "Didi Nwe") operava nel reclutamento e nella radicalizzazione di militanti, principalmente attraverso il web, e specialmente come "filiera di facilitazione" per la Siria. L'indagine era partita dalla scoperta del sito internet www.jarchive.info, portale che diffondeva materiale riconducibile ad al Qaeda e ai gruppi ideologicamente affini.