Eccezioni in servizio permanente effettivo
Facciamo una previsione: appena il governo metterà giù un nuovo pacchetto sicurezza vi planerà il kombinat giudiziario, con giornali al seguito, reclamando: più mezzi per le procure; più intercettazioni; aggravanti di tipo jihadista, magari per il “contesto” come nel processone romano. Per ora le toghe militanti baruffano via email, c’è pure chi comprende i terroristi o va a caccia di complotti dell’occidente in una logica simil-grillina. Poi c’è un pezzo da novanta come Armando Spataro, procuratore della Repubblica di Torino ed ex capo dell’antiterrorismo milanese: per l’arresto di Abu Omar condannò al carcere i vertici dei servizi segreti e della Cia. Sentenza annullata in Cassazione, ma per Spataro “ha alimentato riflessioni nella comunità islamica mitigando il rischio di attentati”. Invece la “war on terror” di tipo anglosassone “è una sciocchezza”, meglio l’Italia “dove la raccolta dati è regolata dall’autorità giudiziaria”: cioè a intercettare siano i magistrati.
Ancora, viene a galla la scarcerazione a Bari di Bassam Ayachi, e ora la vicenda della cellula di Merano subito liberata dal tribunale di Trento. Magistrati in ordine sparso, e dunque in cerca di riscatto. Nel paese dei giudici interventisti per eccellenza, e delle tante eccezioni create in via giurisprudenziale, mentre altrove (in Francia e Olanda) si ragiona pacatamente di modifiche costituzionali, qui c’è almeno da augurarsi che prevalga la linea del pm veneziano Carlo Nordio, che si batte contro reati fasulli tipo il concorso esterno in associazione mafiosa e la concussione per induzione, chiedendo di concentrarsi sulle vere priorità. Intanto però, come ha detto al Foglio il generale Mario Mori, si sono smantellati e delegittimati i servizi segreti, anche con teoremi à la Ingroia o sentenze à la Spataro.