Tony Blair (foto LaPresse)

Tra virgolette

Dopo Is, la guerra sarà contro l'estremismo nell'islam, dice Blair

Redazione
“Sconfiggere Daesh è solo l’inizio, ma la sfida è molto più ampia e profonda delle atrocità dai fanatici jihadisti. Deve essere affrontata anche l’ideologia islamista”.

“Sconfiggere Daesh è solo l’inizio, ma la sfida è molto più ampia e profonda delle atrocità dai fanatici jihadisti. Deve essere affrontata anche l’ideologia islamista”. Giovedì l’ex premier britannico Tony Blair è stato invitato a tenere la settima Kissinger Lecture alla Library of Congress di Washington, Stati Uniti. Il suo discorso, sulla necessità di distruggere l’estremismo islamico non solo nelle sue espressioni violente ma anche nell’ideologia, arriva il giorno dopo il voto della Camera dei Comuni britannica che ha approvato l’estensione alla Siria dei bombardamenti aerei inglesi contro lo Stato islamico.

 

“Oggi, l'Is controlla un’area in Siria e Iraq delle dimensioni del Regno Unito; ha una presenza significativa in Libia intorno a Sirte, ha un avamposto nel Sinai e in molte altre aree; ha ottenuto la fedeltà di Boko Haram in Nigeria e di gruppi in altre parti dell’Africa sub sahariana. E oltre a Is ci sono al Nusra, al Qaida, al Shabaab e decine di altri gruppi simili. Sono tutti attivi, addestrati, dotati di esperienza in guerra, piuttosto ben armati e finanziati. E in molti casi, sono alle porte dell’Europa. E’ vero che i nostri servizi di sicurezza sono molto più equipaggiati ed esperti nella gestione della minaccia di quanto non fossero nel 2001. Ma è vero anche per il nemico. Oggi i terroristi sanno che un gruppo di uomini armati e pronti a uccidere innocenti e passanti può traumatizzare un’intera nazione”, ha detto Blair. Per l’ex premier britannico, il primo obiettivo è ovviamente distruggere lo Stato islamico, che deve essere “eliminato dal territorio non solo in Siria e Iraq, ma anche in Libia e negli altri territori in cui è presente”. Ma dopo aver sconfitto Is bisogna affrontare l’idea che il problema “non è solo la violenza di gruppi come Daesh, ma l’ideologia di estremismo che li guida. E’ giusto dire che il numero di fanatici jihadisti è relativamente basso. Ma il numero di quelli che attingono almeno in parte dalla loro visione del mondo purtroppo è molto più ampio”.

 

L’islam è una religione “pacifica e onorevole”, ha detto Blair, e “ovviamente un’ampia maggioranza di musulmani ripudia completamente il jihadismo in stile Daesh e il terrorismo. Ma in molti paesi musulmani moltissime persone credono che la Cia o gli ebrei siano stati responsabili dell’11 settembre. Imam che proclamano che i miscredenti e gli apostati devono essere uccisi o che invocano il jihad contro gli ebrei hanno milioni di follower su Twitter. Quelli che credono nei concetti di Califfato e di apocalisse (parte integrante della propaganda di Daesh) sono presenti in tutte le società musulmane. E’ maggioritaria la credenza che ci sia un’ostilità innata tra l’islam e l’occidente. Ogni giorno a milioni di giovani è insegnata una visione del mondo e della religione assolutamente incompatibile con la coesistenza pacifica”.

 

[**Video_box_2**]Secondo Blair, per eliminare la diffusione dell’estremismo islamico è necessario “sostenere quelli che contrastano le dottrine religiose degli estremisti”, attraverso uno “sforzo a livello internazionale”. I paesi musulmani nostri alleati devono essere coinvolti, e l’Europa deve assumere un ruolo di leadership. “L’Europa deve creare, tra i suoi membri, delle forze armate capaci non solo di avere un ruolo ma anche di mettersi al comando. Dobbiamo educare i nostri cittadini e quanti arriveranno nei nostri paesi su qual è il significato dei nostri valori e del nostro stile di vita, perché sono importanti per noi e perché li difenderemo fino alla fine. Questa è una battaglia che vinceremo, non ho il minimo dubbio”.

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