Caso Colonia. L'integrazione non è un pranzo di gala
La tv pubblica tedesca Zdf oggi ha chiesto scusa per aver informato in ritardo i telespettatori sulle aggressioni a sfondo sessuale avvenute a Colonia la notte di Capodanno. I fatti sono stati coperti dai media nazionali sono all'inzio di questa settimana, dopo che inizialmente la polizia non aveva dato notizia di incidenti rilevanti. "E' stato un evidente errore di valutazione", ha ammesso il vicedirettore Elmar Thevessen. Eppure non era così difficile, alla luce delle denunce presso la polizia, ricostruire quanto accaduto nella città tedesca nella notte di Capodanno. Alcune centinaia di giovani – rifugiati o più semplicemente residenti di origine straniera, è ancora da capire – hanno aggredito, anche sessualmente, decine di ragazze che stavano festeggiando in strada l’inizio dell’anno nuovo. E’ un fatto grave che deve essere preso per quello che è. Non significa naturalmente che tutti gli immigrati siano molestatori né che tutti i molestatori siano immigrati. Però, probabilmente al fine di evitare generalizzazioni razziste, la vicenda è stata commentata, soprattutto a sinistra, con una tale cautela protettiva da diventare paradossale.
La reazione di Henriette Reker, sindaco di Colonia, appare sconcertante. Ha invitato le ragazze a tenersi a una certa distanza dagli “stranieri”, a muoversi sempre in gruppo durante il Carnevale locale e a non isolarsi mai “nemmeno quando si ha voglia di far festa”.
In Italia l'articolo dedicato dal manifesto all’avvenimento è da manuale del politicamente corretto: la parola "molestia" è stata sostituita dal più signorile (e incomprensibiletermine inglese) “sex mob”, l’identità degli aggressori resta ignota, si viene solo a sapere che “la festa è degenerata dopo il lancio dei primi bengala da parte di gruppi di giovani originari del Nord Africa e Medio Oriente”. che poi siano stati gli stessi giovani ad aggredire le donne lo si può solo immaginare, il manifesto non lo dice mai.
[**Video_box_2**]Sembra insomma, da un certo modo di commentare la vicenda, che alla fine le responsabili siano le ragazze che festeggiavano Capodanno come se vivessero in una città libera dell’Occidente, invece di muoversi con circospezione come se si trovassero in Arabia Saudita. Se ad assediare e molestare le ragazze fosse stato un branco di giovanotti tedeschi ubriachi, avremmo letto interminabili invettive contro il machismo imperante nella società dei consumi, saggi sociologici femministi grondanti indignazione. Le ragazze di Colonia paiono doppiamente sfortunate: dovranno essere loro a dover controllare il proprio comportamento, per non “provocare” (come si lascia intendere) la reazione degli extracomunitari. Inutile persino commentare. Sono gli ultimi tentativi, ridicoli quanto vani, di nascondere un dato di realtà: il processo di integrazione degli stranieri non è un pranzo di gala; in tutta Europa scricchiola da tempo.