Perché è storico lo sciopero del Labour

Redazione
In Inghilterra i medici scioperano per la prima volta in 40 anni

Per la prima volta dal 1975 i medici inglesi ieri hanno scioperato, lasciando 4.000 pazienti in attesa con un personale medico fortemente ridotto mentre si organizzavano 150 picchetti in tutta l’Inghilterra, con la benedizione del Labour di Jeremy Corbyn. “Se serve un promemoria sul perché dovremmo concentrarci a mandare a casa il governo e non sulle macchinazioni interne all’opposizione, oggi è il giorno giusto”, ha scritto il giovane maître à penser Owen Jones, influente ideologo di un partito che, non sapendo fare opposizione, si appassiona alla protesta. Con un Labour così ai giovani medici non resta molto da fare per far valere le loro ragioni contro turni impossibili, paghe appena sufficienti, difficoltà a pianificare una propria vita famigliare.

 

Il Servizio sanitario nazionale (Nhs)  inglese è un mammut ridotto all’osso che continua a costare troppo e che tutti i governi cercano di rendere più scattante, incorrendo nelle ire di un’opinione pubblica che, se è pronta a simpatizzare per una giornata di protesta, difficilmente manderà giù le altre due iniziative previste: 48 ore di sciopero dal 26 gennaio e 9 ore il 10 febbraio. “La colpa deve essere attribuita tutta a questo governo – ha scritto Corbyn – E’ tempo per questo governo di scusarsi con i giovani medici e negoziare un accordo equo”, ha aggiunto, lasciando intendere che il suo lavoro di opposizione finisce lì e che di avanzare proposte costruttive non se ne parla. Intanto due ospedali hanno richiamato i giovani medici, senza di loro non si può andare avanti. Magari porteranno a casa qualcosa, e allora verranno copiati da altri settori, paralizzando il paese e danneggiando ulteriormente le prospettive del Labour. Oppure resterà loro l’euforia di un picchetto in una giornata fredda, a fare gli straordinari per un lavoro che spetterebbe a qualcun altro: l’opposizione.

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