Khalifa Haftar

Italiani in Libia per convincere Haftar

Redazione
Ieri una delegazione italiana è atterrata all’aeroporto libico di Labraq, in Cirenaica, per incontrare il generale Khalifa Haftar, comandante delle forze fedeli al governo di Tobruk e lasciato fuori dal nuovo governo di accordo nazionale

Ieri una delegazione italiana è atterrata all’aeroporto libico di Labraq, in Cirenaica, per incontrare il generale Khalifa Haftar, comandante delle forze fedeli al governo di Tobruk e lasciato fuori dal nuovo governo di accordo nazionale annunciato tre giorni fa per la Libia. Il ministro della Difesa è ora Mahdi al Barghati e nei prossimi mesi, se l’esecutivo sopravviverà, giocherà un ruolo centrale perché tratterà con i governi occidentali che vogliono intervenire contro lo Stato islamico in Libia. Se gli italiani hanno sentito il bisogno di andare a Labraq e da lì alla città di Marj, è perché era necessario un incontro urgente e personale.

 

Haftar si sente defraudato del suo ruolo naturale ed è probabile che sarebbe assai più vigoroso nelle sue proteste, se i suoi sponsor nel Golfo e al Cairo non gli consigliassero prudenza. Il generale è però una figura troppo divisiva in Libia: metà del paese lo detesta perché ha preferito muovere guerra al governo di Tripoli prima che allo Stato islamico, che l’anno scorso era ancora debole e non contava più di 300 combattenti e oggi invece minaccia di distruggere le infrastrutture petrolifere del paese. Ieri c’è stato un nuovo attacco a Ras Lanuf, continuazione dell’offensiva cominciata il 4 gennaio e dedicata alla memoria del capo del gruppo in Libia, Abu Mughirah al Qahtani. Al Qahtani è un iracheno che fu mandato in Libia da Abu Bakr al Baghdadi per creare la colonia locale dello stato islamico, è stato ucciso il 13 novembre da uno strike aereo americano. Secondo il Telegraph, è arrivato un nuovo capo dall’Iraq, chiamato “Abu Omar”, che da ottobre comanda a Sirte.