Totalitarismo in Canada
Il governo dell’Alberta ha diffuso le nuove linee guide sul “rispetto della diversità” a scuola che, in base all’Alberta School Act, tutti gli istituti dovranno presto rispettare. Questo ha spinto il vescovo di Calgary, Fred Henry, a diffondere una lettera che inizia così: “Cari fratelli e sorelle, mi rattrista dovervi dire che il totalitarismo è vivo e sta molto bene in Alberta”. Il governo ha dato tempo a tutte le scuole, pubbliche e cattoliche, per organizzarsi fino al 31 marzo. Dopo scatteranno le sanzioni.
Alla base delle linee guida c’è l’idea che “l’auto-identificazione è la sola misura dell’orientamento sessuale, dell’identità di genere e dell’espressione di genere di un individuo”. Non ha alcuna importanza se si è nati maschi o femmine, dunque. Si deve permettere a un bambino, “se si auto-definisce femmina”, di partecipare alle attività femminili e di accedere al bagno femminile. Se non si sentono inclusi con i pronomi “lui” o “lei”, gli allievi devono essere chiamati a scuola con “pronomi alternativi”. Gli studenti, ancora, hanno “il diritto di vestirsi nel modo che più rispetta la loro identità di genere o espressione di genere”. Una svolta che fa seguito alla vittoria del liberal Justin Trudeau a premier del Canada con la sua agenda inclusiva su tutto: guerra, clima, genere, migranti. E già il Canada spiccava come il primo paese occidentale ad aver portato nelle scuole un “corso di etica di stato”.
[**Video_box_2**]Anche l’arcivescovo di Edmonton, Richard Smith, ha dichiarato che “l’idea prevalente che ognuno possa auto-determinare la propria identità porta a un mondo dove niente può essere creduto al di là dei confini della propria mente. Ma la realtà è che la verità ci precede”. E’ la grande menzogna dell’ideologia del gender, che in Italia è ancora impalpabile, ma che in tanti paesi di cultura anglosassone e non solo sta diventando una prassi obbligatoria. Il primate del Canada, il cardinale Marc Ouellet, l’ha chiamata “dittatura del relativismo applicata”, con forti echi ratzingeriani. Perché è questo che ci dice il progetto scolastico dello stato dell’Alberta: che il nostro futile e gaio relativismo sta diventando una coercizione seriosa e insopportabile.