L'Algeria al tempo del greggio a basso costo comincia a fare paura
L'Algeria rischia di fare la stessa fine della Libia e di diventare nel giro di pochi anni uno stato fallito. Lo dicono gli esperti sentiti dal quotidiano francese Figaro, che mercoledì ha dedicato uno speciale approfondito su cosa stia accadendo nel paese. Ne viene fuori un'analisi-inchiesta allarmante. Come aveva evidenziato anche il Foglio lo scorso ottobre, il timore è che il crollo dei prezzi degli idrocarburi, la cui industria fornisce il 60 per cento delle entrate dello stato algerino, possa distruggere le basi economiche del paese, per il 97 per cento basate appunto sul petrolio, della sua società e del suo regime politico. La conseguente destabilizzazione istituzionale e sociale potrebbe aggravare anche il flusso dei migranti nel Mediterraneo.
Secondo l'analisi del Figaro, l'élite di potere algerina non sembra aver colto l'esatta misura della situazione, tutta focalizzata, invece, sulla successione del presidente Abdelaziz Bouteflika, da tempo molto malato. I primi effetti di quello che il quotidiano francese definisce uno "choc petrolifero al contrario" si fanno già sentire. Il governo algerino ha adottato una serie di misure di austerità che, aggiunte all'inflazione e al deprezzamento della moneta nazionale, il dinaro, hanno già intaccato il reddito e il morale delle classi più povere e della classe media. Gli analisti sentiti dal quotidiano francese sono concordi nel ritenere che se i costi del greggio non risaliranno presto, la situazione economica dell'Algeria rischia di precipitare nel breve spazio di tre anni. A tutto ciò si aggiunge la presenza dello Stato islamico, i cui combattenti da tempo sconfinano dalla vicina Libia.
[**Video_box_2**]Lo scrittore algerino Boualem Sansal confessa tutto il suo pessimismo al giornale francese: "Lo scenario di una escalation terroristica sul modello della Siria mi sembra del tutto credibile". E secondo l'ex direttore dell'autorevole quotidiano algerino in lingua francese Matin, Mohamed Benchicou, anch'egli citato dal Figaro, "c'è il timore" che il paese nordafricano diventi uno stato "fallito", "generando il caos e spingendo gli algerini a fuggire in massa verso l'Europa".