AAA Storia di successo cercasi in Ue
Oggi si vota in Irlanda, e dai pronostici sembra di assistere a un film già visto in Portogallo e in Spagna. Enda Kenny, il premier, con il suo Fine Gael e la sua politica di austerità, è dato in vantaggio nei sondaggi, dovrebbe vincere, anche se dal 2011 a oggi rischia di perdere fino a otto punti percentuali (da 36 a 28 per cento). Il Labour, che allora arrivò secondo e si alleò con l’austero Kenny, è in caduta libera, rischia di vedere dimezzati i consensi. Il Sinn Féin, anti sistema e anti austerità, si assesta attorno al 15-17 per cento dei consensi, che è un risultato molto promettente se si pensa che l’ultima volta ottenne il 10 per cento. Ma fino a un anno fa il Sinn Féin rischiava di essere il primo partito, se la giocava quasi alla pari con il premier Kenny, mentre oggi potrebbe arrivare al terzo posto.
L’Irlanda è uscita dal programma di bail-out di 85 miliardi di euro nel 2013, nel 2015 ha registrato una crescita del 6,6 per cento, le aspettative per quest’anno sono più basse (4,8 per cento), ma siamo sempre a livelli da sogno, e la disoccupazione cala. L’austerità di Kenny, per quanto di successo, costa politicamente, ed è il motivo per cui gli esperti dicono che si va verso una frammentazione in cui saranno i partiti piccoli a fare i “kingmaker”. Un déjà-vu: in Portogallo ha vinto il premier dell’austerità ma il governo è stato formato dagli altri partiti di sinistra; in Spagna ancora non si sa che accadrà, ma il premier dell’austerità vincitore può al momento solo sperare di andare di nuovo al voto. Ma l’Europa è a caccia di una storia di successo che dia alle variabili economiche una copertura politica. Che sia l’Irlanda?