Erdogan sequestra un giornale
Il più diffuso quotidiano della Turchia, Zaman, conosciuto all’estero per la sua versione in inglese, Today’s Zaman, ieri è stato messo sotto sequestro dalle autorità giudiziarie. I giudici lo accusano di avere legami con l’imprenditore e religioso Fethullah Gülen, ex alleato del presidente Recep Tayyip Erdogan e oggi suo nemico mortale, definito dal presidente il capo di un’“organizzazione terroristica”. La Sesta corte criminale di Istanbul ha ordinato che Feza Gazetecilik, l’editore che pubblica Zaman e Today’s Zaman, sia posto sotto amministrazione fiduciaria. Un panel di amministratori nominerà una nuova direzione editoriale, e oggi il giornale esce con una copertina nera, che recita: “Un giorno vergognoso per la libera stampa in Turchia. Il gruppo editoriale Zaman è stato sequestrato”.
La direttrice dell’edizione inglese di Zaman, Sevgi Akarcesme, ieri scriveva su Twitter che la redazione stava preparando “l’ultimo numero libero del giornale”, e una piccola folla si era radunata davanti alla sede del quotidiano per protestare contro la repressione della libertà di stampa da parte delle autorità. Il caso di Zaman arriva poco dopo quello di due giornalisti di un altro quotidiano di opposizione, Cumhuriyet, arrestati a novembre con accuse di spionaggio e liberati solo pochi giorni fa grazie all’intervento della Corte costituzionale turca. La compressione della libertà di stampa in Turchia è antica e progressiva, e peggiora proporzionalmente all’aumento delle ambizioni politiche di Erdogan. La Turchia è da sempre una delle più grandi prigioni di giornalisti del mondo, il direttore di Zaman, Ekrem Dumanli, era già stato arrestato nel 2014, e il governo usa tutti i mezzi, dalla leva giudiziaria a quella economica, per minare le voci dissidenti. L’Unione europea si prepara lunedì a un vertice con la Turchia sulla questione dei migranti, che secondo molti si rivelerà decisivo per salvare Schengen. Saggezza vuole che i patti riescano meglio quando l’interlocutore è affidabile. La Turchia di Erdogan da questo punto di vista dà una terribile impressione.
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