I risultati elettorali non fanno cambiare idea a Merkel sui migranti
Alle elezioni regionali nei länder del Baden-Wuerttemberg, Renania-Palatinato e Sassonia Anhalt gli elettori hanno inflitto un colpo al Partito cristiano-democratico (Cdu) guidato dalla cancelliera Angela Merkel, al centro delle polemiche negli ultimi mesi per la sua gestione della crisi dei migranti. In Baden-Wuerttemberg, land storicamente conservatore, la Cdu ha perso il primato di voti in favore dei Verdi; in Sassonia-Anhalt il governatore uscente dei cristiano-democratici Reiner Haseloff ha mantenuto il primo posto tra le preferenze dell'elettorato, ma il consenso attorno al partito si è sensibilmente eroso e ora dovrà cercare un governo stabile solo con il 29,8 per cento dei voti. Anche l'altro storico grande partito tedesco, l'Spd è crollato nei tre länder.
La personalità in maggior risalto in queste elezioni è stata così Frauke Petry, leader dell'Alternative fuer Deutschland, il partito della destra populista, che ha aspramente criticato in campagna elettorale le politiche di Merkel sui migranti. L'Afd è entrato in tutti e tre i Parlamenti regionali e in Sassonia-Anhalt ha ottenuto addirittura il 24 per cento delle preferenze, diventando il secondo partito.
L'esito delle votazioni ha così aperto nelle tre regioni tedesche un problema di instabilità politica e i partiti si trovano di fronte alla sfida delle alleanze. I governi uscenti potrebbero essere riconfermati, ma la tradizionale Große Koalition tra Cdu e Spd rischia di non bastare per formare un esecutivo e si parla dell’appoggio di forze politiche per cercare di tamponare il successo dell'Afd.
Il voto ha dato un segnale forte alla cancelliera, ed è stato inteso da pressoché tutta la stampa tedesca come una bocciatura della politica di apertura delle frontiere messa in atto Merkel. Tuttavia, il portavoce di Merkel ha detto oggi che, malgrado la batosta elettorale, le scelte del governo tedesco non cambieranno. "Il governo federale conferma l'attuale corso della sua politica sui rifugiati, pienamente determinati, nel paese e all'estero", ha dichiarato Steffen Seibert. Il portavoce ha aggiunto che "l'obiettivo comune (dell'Ue, ndr) deve essere una soluzione europea sostenibile che porti a una tangibile riduzione del numero dei profughi in tutti gli stati membri".
Questo articolo è stato aggiornato in redazione alle 13:14
L'editoriale dell'elefantino