Le falle dell'antiterrorismo belga nella vicenda el Bekraoui
I ministri belgi dell'Interno e della Giustizia, rispettivamente Jan Jambon e Koen Geens, hanno rassegnato oggi le proprie dimissioni dopo le ultime notizie sull'inefficienza della risposta delle autorità alle minacce terroristiche. Ma per dare un segnale di compattezza del governo, il premier Charles Michel ha rifiutato le dimissioni. Nel rimettere il suo mandato, Jambon aveva scritto che "mettendo tutti i fatti in fila uno dopo l'altro, ci si può porre delle domande serie su un certo numero di questioni concernetti la giustizia e le sue conseguenze". Il ministro dell'Interno ha anche ammesso che alcuni errori evidenti sono stati commessi dalla polizia ed è per questo che Jambon ha dichiarato di essere pronto "assumersene le responsabilità". Michel ha stralciato le dimissioni dei due ministri, in un momento delicato per l'esecutivo belga, descritto dal vicepremier "una situazione di guerra", in cui evidentemente non sono ammesse defezioni.
Jan Jambon, Charles Michel e Koen Geens
Nel frattempo il presidente della Camera, Siegfried Bracke, ha annunciato la formazione di una commissione d'inchiesta per fare luce sugli errori commessi a proposito di Ibrahim el Bakraoui, uno dei due kamikaze dell'aeroporto di Zaventem. Secondo le ultime notizie riportate dalla stampa belga, le inefficienze dei servizi segreti, della polizia e del corpo diplomatico hanno permesso al terrorista di restare a piede libero per diversi mesi per poi compiere gli attentati di martedì scorso. Le accuse si focalizzano in particolare sulla vicenda di Ibrahim, rimpatriato ben due volte dalla Turchia tra il luglio e l'agosto del 2015.
A rincarare la dose anche il mandato di cattura europeo e uno internazionale a carico del fratello Khalid, emessi a dicembre dello scorso anno e regolarmente pubblicati sul sito dell'Interpol alla voce "ricercati" per terrorismo nell'ambito dell'inchiesta sugli attentati di Parigi del novembre scorso. Un analogo avviso di ricerca, però, non è mai stato pubblicato sul sito della polizia federale belga. Eppure, secondo la magistratura belga, Khalid era sospettato di aver affittato un appartamento a rue du Fort, a Charleroi, a beneficio dei membri del commando che colpì Parigi, dove gli attacchi furono pianificati.
Il caso del fratello Ibrahim, nella successione degli eventi che segue, indica disfunzioni ugualmente gravi:
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Nella soffitta di Anne Frank