Contro il gabinetto fluido
La battaglia contro la segregazione dei gabinetti ha subìto un duro colpo ieri nel North Carolina, dove il governatore Pat McCrory ha deciso che la gender identity, l’identità di genere, non conta quando si va al bagno pubblico. Il governatore ha firmato nella notte di mercoledì una legge che impedisce ai governi locali di passare ordinanze antidiscriminazione ad hoc, come quella approvata dalla città di Charlotte che consentiva alle persone transgender di usare i bagni pubblici in linea con la propria identità di genere, oltre ad altre misure che garantivano tutta una serie di protezioni alla comunità Lgbt. E’ una questione di “buon senso”, aveva detto il governatore, che dopo la firma ha dichiarato: “Le aspettative basilari di privacy nel più personale degli ambienti, il bagno o lo spogliatoio, per ciascun genere era violata dall’intromissione del governo” della città di Charlotte.
La decisione del governatore ha creato polemiche immediate, anche perché intorno ai bagni pubblici la comunità Lgbt sta intrattenendo in America una grande battaglia culturale che dura ormai da anni. La differenziazione tra bagni dei maschi e bagni delle femmine è una discriminazione inaccettabile, e non basta, come è stato fatto da alcune parti, l’istituzione di bagni “neutri”: vanno tolte tutte le etichette, la fluidità è il nuovo e corretto paradigma. Il governatore McCrory è stato così preso di mira dalle accuse di discriminazione e omofobia, ma la sua non è una risposta isolata e retrograda. Già un anno fa i cittadini di Houston hanno abolito con un referendum popolare una legge simile. Il cammino della parità di gabinetto non è lastricato solo di successi.
Cosa c'è in gioco