La soluzione finale islamista
Boko Haram sembra avere una predilezione per gli insegnanti di geografia. Secondo un rapporto di Human Rights Watch, i docenti di geografia sono emersi come un obiettivo primario nella campagna di terrore islamista contro l’educazione occidentale in Nigeria, perché le loro lezioni contraddicono la convinzione di Boko Haram secondo cui la terra è piatta. Un totale di 600 insegnanti uccisi da Boko Haram dal 2009 a oggi, 19 mila hanno lasciato il lavoro a causa di minacce e attacchi. Il rapporto è uscito in concomitanza con l’anniversario del rapimento delle oltre 200 studentesse dalla città di Chibok, spesso trasformate in bombe umane. In totale, circa 952.029 bambini in età scolare sono stati costretti a lasciare le scuole.
Numeri che fanno il paio con quelli usciti a febbraio e che arrivarono dalla ong Open Doors: 11.500 cristiani uccisi e 13 mila chiese distrutte o costrette a chiudere in Nigeria. Si ripete lo stesso copione ovunque l’islam radicale prenda piede, dalla valle di Ninive sotto lo Stato islamico, che riscrive i libri e usa gli studenti come kamikaze, all’Afghanistan in cui i talebani gasano le bambine che studiano. E’ una palingenesi totalitaria che ricorda Pol Pot: i khmer rossi vietarono persino il possesso degli occhiali da vista. Riprogrammarono anche il linguaggio, cancellando parole come “privato” e “libero”. Anche allora scuole e chiese furono colpite per prime, in una soluzione finale, una concezione redentrice della violenza di massa che deve non solo cambiare, ma rigenerare la storia. Si annientano la tradizione passata e la cultura per rigenerare il popolo corrotto. Ieri in nome del dio comunista, oggi di Allah.