Campagnuccia contro Fiamma Nirenstein
Va avanti da mesi ormai la campagnuccia che Haaretz e Repubblica hanno orchestrato per impedire a Fiamma Nirenstein di diventare ambasciatrice di Israele in Italia. Il giochino funziona così: il quotidiano della sinistra pacifista israeliana, bardo e baluardo di una certa intellighenzia disfattista, muove un’accusa basata su fonti anonime e immediatamente il quotidiano progressista italiano la rilancia. L’ultima è un articolo che Nirenstein avrebbe scritto nel 1996 per La Stampa, in cui la moglie del premier israeliano, Sara Netanyahu, non veniva definita, come sostiene Repubblica, “un mostro”, ma “babau”, ovvero una sorpresa bambinesca. Il precedente tentativo, di appena una settimana fa, tirava in ballo addirittura Matteo Renzi, che avrebbe chiesto a Netanyahu di ritirare l’incarico a Fiamma Nirenstein. Richiesta mai confermata dal premier italiano.
Lo scorso inverno, sempre Haaretz e poi Repubblica, avevano “rivelato” che la nomina della Nirenstein non era piaciuta neppure a Ruth Dugherello, presidente degli ebrei romani, e a Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma, che si sarebbero spesi con il presidente israeliano Reuven Rivlin per impedire l’arrivo di Nirenstein. Indiscrezioni mai confermate. L’obiettivo di questi due giornali non è Fiamma Nirenstein, ma Benjamin Netanyahu, umiliarlo e colpirlo attraverso la sua nuova nomina ad ambasciatrice della ex giornalista e parlamentare italiana. Brutte accuse di doppia lealtà intanto, che hanno avuto echi sinistri nella storia ebraica, vengono scagliate contro Fiamma Nirenstein. Pessimo giornalismo d’accatto.