Controlli alle frontiere fino a novembre. Perché l'Europa ha congelato Schengen
I controlli di frontiera introdotti all'interno dell’area Schengen verranno quasi certamente prorogati di sei mesi fino a metà novembre. E’ quanto emerge da una raccomandazione della Commissione europea. Il ministro tedesco dell'Interno, Thomas de Maiziere (Cdu), ha spiegato ieri a Berlino che “gli Stati membri dovranno continuare ad avere la possibilità di utilizzare i controlli di frontiera laddove è necessario”. Secondo quanto previsto da una deroga che entrerà in vigore dal prossimo 12 maggio, la Germania potrà reintrodurre i controlli sul confine con l’Austria per far fronte all'afflusso di profughi. Già nel fine settimana la Commissione aveva dato il via libera al prolungamento dei controlli di frontiera nella Ue: secondo l’articolo 29 del codice sui confini dell’area Schengen, gli Stati membri potranno prorogare i controlli di sei mesi. Il governo di Berlino e altri cinque stati della Ue hanno inviato una lettera alla Commissione con la richiesta di estendere le misure emergenziali, nonostante la situazione lungo al cosiddetta "rotta balcanica" dei migranti sia sensibilmente migliorata a seguito dell'accordo con la Turchia.
Intanto il ministro degli Esteri austriaco, Sebastian Kurz, ha respinto la critica indiretta mossa dal segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon, alla dura politica migratoria adottata dal governo di Vienna. In un’intervista alla Faz, Kurz ha difeso la linea del suo governo: “Dobbiamo allontanarci dall’idea di un’accoglienza illimitata dei profughi in Europa”, ha affermato. "L’Austria – ha precisato – è favorevole piuttosto ad un’accoglienza legale e ordinata dei profughi sotto forma di programmi di insediamento". Kurz si è detto favorevole all’accoglienza diretta dei profughi “più deboli, feriti e malati: ma noi siamo contro la migrazione illegale che, secondo la regola del più forte, favorisce i più forti e quelli che hanno il denaro per poter pagare gli scafisti. Noi siamo per un’Europa che abbia il controllo sul suo territorio, con confini esterni sicuri e che possa decidere autonomamente chi far entrare e chi no e che si assuma la responsabilità politica per quello che succede nei paesi confinanti”, ha aggiunto Kurz.