Omicidio Jo Cox, appunti preventivi contro le facili conclusioni
Ieri il Regno Unito si è fermato, agghiacciato dall’omicidio per strada di Jo Cox, una parlamentare laburista quarantenne, arrivata a Westminster un anno fa, molto attiva, molto allegra, molto impegnata, europeista convinta, madre di due bambini. La campagna per il referendum è stata sospesa, i titoli sull’ultimo intervento della Banca centrale sulla catastrofe indotta dalla possibile Brexit sono scivolati in basso, mentre un testimone diceva in tv quel che nessuno avrebbe voluto ascoltare: ho sentito l’attentatore gridare “Britain first”. E’ così che subito la connessione tra l’omicidio e il referendum si è materializzata, la strumentalizzazione è arrivata immediata e brutale. Vedete? Il populismo è violenza, l’antisistema è violenza, il nazionalismo è violenza, la Brexit è violenza. I media italiani hanno cavalcato fin da subito il movente referendario, i media anglosassoni noti per la loro cautela no, anche se si interrogavano sul perché di questo omicidio e continuavano a segnalare i messaggi di cordoglio di tutto il mondo politico, unito senza esitazione.
La polizia sta indagando, la cautela oggi è una necessità. Il clima nel Regno Unito è esasperato, la campagna referendaria è stata molto dura e arrabbiata e il catastrofismo ha vinto, in entrambi i campi, sull’ottimismo e le opportunità. Ma stiamo pur sempre parlando di un referendum che definirà non soltanto lo status di un paese nell’Unione europea, ma anche la sua visione del mondo, del nostro mondo, un cambiamento che non ha precedenti nella storia del nostro continente. Per questo i toni sono stati così ruvidi, per questo gli amici non sono più amici e le strade per molti politici una volta alleati si sono separate forse per sempre. E’ la democrazia nella sua manifestazione più viva, quella del confronto spietato e leale, due visioni del mondo che si sfidano e chiedono agli elettori di decidere quale sia la migliore. Jo Cox era contro l’odio, ha scritto suo marito, “l’odio non ha credo, non ha razza, non ha religione, è soltanto velenoso”, ora stiamo tutti fermi, questo è il giorno del silenzio.