Donald Trump (foto LaPresse)

"Odio Donald Trump, però avrà il mio voto". Parola di elettore medio americano

Redazione
C'è una fetta importante dell'America post obamiana, un'onda silenziosa, che vuole votare Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti. Lo scrittore Jim Ruth presenta ai benpensanti chi è l'elettore tipo del candidato alla Casa Bianca. Senza i soliti stereotipi.

C'è una fetta importante dell'America post obamiana, un'onda silenziosa, che vuole votare Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti. E’ lo scrittore Jim Ruth, dalle colonne del Washington Post, a cercare di capire chi fa parte di questa maggioranza nascosta che il mondo disprezza prima ancora di conoscerla.

 

Chi vuole un folle come l'outsider conservatore alla Casa Bianca? Per spiegarlo, Ruth prova a cancellare tutti gli stereotipi che marchiano da circa un anno i sostenitori di The Donald. Ne viene fuori un ritratto inedito: "Non siamo ineducati, disinformati, disoccupati o zeloti dal basso reddito. Siamo ricchi, beneducati, impiegati e pensionati di successo. Alcuni di noi possiedono una propria attività, o ne possedevano una prima di andare in pensione, creando non solo il nostro lavoro ma anche quello degli altri. Sebbene siamo fiscalmente conservatori, non sosteniamo il tea party. E su alcuni temi sociali, molti di noi hanno tendenze di sinistra. Shhhhh…".

 

E' una parte importante della classe media americana, insomma. A cui non piace ma che lo voterà lo stesso. Il motivo è semplice, Ruth lo spiega nelle prime righe: "Per molti di noi Trump ha una sola qualità redimente: non è Hillary Clinton. Non vuole trasformare gli Stati Uniti una democrazia sociale sul modello europeo, basata sul politically correct, con latte e biscotti gratis dove ogni ragazzino (ma anche gli adulti) guadagna un trofeo solo per farsi notare".

 

Il disorientamento valoriale, l'indottrinamento al pol. corr. inculcati nelle teste dei giovani sin dagli anni del college non piace a questa "maggioranza silenziosa": "Abbiamo la convinzione spericolata che il college è il luogo dove le sensibilità possono essere sfidate e dibattute", dove gli studenti non hanno bisogno di "spazi sicuri" per essere protetti "dalle atrocità delle opinioni discordanti".

 

L'elettore di Trump, sia chiaro, non è un illuso. "Sappiamo che questo Uomo-Che-Vorrebbe-Essere-Re è il classico bullo, un demagogo di livello mondiale nella sua vita personale, professionale e politica. Continuerà a demonizzare i suoi nemici percepiti e a intraprendere la strada più immorale per guadagnare popolarità". Di chi è la colpa di questo fenomeno, si chiede Ruth: "della destra e della sinistra", si risponde, "per l'assenza di un bipartitismo che abbia favorito la ripresa". Trump è allora l'unico in grado di "preservare l'American way of life come la conosciamo. Per noi, il pensiero di altri quattro o otto anni di agenda progressista che inquini il sogno americano è anche più pericoloso per la sopravvivenza del paese di quanto lo sia Trump".

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