Il colpo di stato in Turchia fallisce: oltre 700 arresti e 60 morti nella notte
(Aggiornato in redazione alle ore 8.15 del 16 luglio) Il risveglio turco è uguale, quasi, a quello di ieri. Formalmente non è cambiato nulla, se si escludono gli oltre settecento arresti e le sessanta vittime rimaste sulle strade ieri notte. Il tentativo di colpo di stato in Turchia è fallito. I militari sono riusciti ad avere il controllo del paese solo per poche ore, poi la popolazione pro Erdogan e soprattutto la polizia e quel che restava dell'esercito non golpista hanno riportatato la situazione alla normalità. Il presidente della Turchia è ritornato dalle ferie di Bodrum, dopo aver volato - pare - verso Germania e Inghilterra in cerca di asilo, ed è ancora al suo posto. Ieri in diretta Facetime aveva promesso che i golpisti "pagheranno duramente il loro tradimento che ha attentato all’unità e alla sovranità nazionale". Oggi si attende una suo messaggio alla nazione.
Ma cos'è successo ieri in Turchia. Qui la ricostruzione dei fatti.
“Abbiamo preso il potere in tutto il paese per ristabilire l’ordine democratico e la libertà”, hanno annunciato fonti delle Forze armate turche dopo che in serata erano state occupate le zone strategiche delle principali città della Turchia. Bloccati con i carri armati gli accessi ai ponti sul Bosforo che collegano la parte europea di Istanbul con quella asiatica, isolate le strade che ad Ankara portano al complesso dello Stato maggiore. F16 hanno sorvolato a bassa quota il palazzo presidenziale della capitale, dove non è presente Recep Tayyip Erdogan. La Cnn turca ha fatto sapere che il capo dello stato si trova “in un luogo sicuro”, presumibilmente a Bodrum, dove sta trascorrendo le vacanze. Poco fa, collegato con uno smartphone via FaceTime, il presidente ha incitato il popolo a resistere e a scendere in strada per impedire che il golpe vada a buon fine. Fonti americane hanno poi rivelato che Erdogan era in volo verso la Germania, che però gli avrebbe rifiutato il permesso di atterrare. Da qui la decisione di dirigersi verso Londra. Nel paese, intanto, si segnalano scontri tra i sostenitori del presidente e i filo golpisti. Questi ultimi avrebbero perso posizioni nei confronti delle forze di sicurezza fedeli al governo, capaci di riprendere il controllo di diverse stazioni di polizia.
Bloccati tutti i social network, sospese le trasmissioni della tv di stato. Il Sindaco di Ankara, Ibrahim Melih Gokcek, ha chiesto alla popolazione di scendere in strada. Il primo ministro Binali Yildirim ha ammesso che “alcune persone stanno tentando illegalmente di assumere il potere al di fuori della catena di comando. Il governo eletto dal popolo rimane in carica. Questo governo se ne andrà solo quando il popolo lo deciderà. Chi sta dietro il tentativo di golpe pagherà il prezzo più alto”, ha aggiunto il premier. Completamente isolato anche l’aeroporto internazionale Atatürk di Istanbul. Il capo di Stato maggiore sarebbe agli arresti.
Il ministro della Giustizia ha detto che dietro l’azione di questa sera c’è l’imam Gulen, nemico storico di Erdogan che gode di un rilevante seguito tra le Forze armate. Secondo alcune indiscrezioni, il golpe sarebbe stato accelerato dalla volontà del governo di eliminare dai reparti militari le frange fedeli a Fethullah Gulen.
L'editoriale del direttore