La guerra non più “secrète” di Francia
Tre sottufficiali francesi in missione in Libia sono stati uccisi”. Si è concluso in tarda mattinata il giallo sull’abbattimento dell’elicottero che ha causato la morte di tre soldati francesi in Libia, con una nota del ministero della Difesa che ha confermato quanto rivelato dal New York Times martedì. Alcune fonti delle forze armate libiche, citate da Lybia Herald, avevano evocato “un guasto tecnico” all’origine dell’accaduto, ma quasi subito è arrivata la correzione: l’elicottero, un Mi-17, è stato abbattuto dalle Brigate per la difesa di Bengasi, una milizia islamista molto attiva nella regione. In un primo momento, il ministro della Difesa, Jean-Yves Le Drian, non aveva commentato i fatti riportati dal Nyt, perché le informazioni sulle forze speciali e la loro presenza in Libia sono classificate “secret défense”, e cioè coperte da segreto di stato. Ma in mattinata, su France Info, il portavoce dell’esecutivo Stéphane Le Foll, ha rotto il silenzio dichiarando che “le forze speciali sono lì per aiutare e fare in modo che la Francia sia presente ovunque per lottare contro i terroristi”, e costringendo de facto Le Drian a uscire allo scoperto. E’ la prima volta che Parigi riconosce ufficialmente di essere impegnata militarmente in Libia. Sulla presenza di un contingente militare nel paese nordafricano il governo francese era sempre stato fumoso, della guerra in Libia si parlava sottovoce nei corridoi dei ministeri, era la “guerre secrète”, che non doveva essere raccontata, e la versione che circolava presentava la Francia impegnata esclusivamente con aerei da ricognizione per condurre operazioni di intelligence. Ma non poteva più nascondersi Le Drian, il ministro all’origine di tutte le operazioni africane della Francia e figura determinante negli affaire dorati nel settore degli armamenti chiusi in medio oriente (la Francia è diventata il secondo paese esportatore di armi al mondo).
La morte dei tre sottufficiali, cui il presidente Hollande ha reso mercoledì omaggio dichiarando che si trovavano in Libia per delle “pericolose operazioni di intelligence”, mostra che la Francia è in guerra su molti fronti mentre resta il principale bersaglio del terrorismo islamico. E’ una guerra globale e non solo metropolitana quella tra la Francia e i jihadisti, una “guerra totale” ha dichiarato l’ex capo di stato Nicolas Sarkozy, combattuta oltre i confini nazionali. “In Francia, siamo in guerra contro dei terroristi che vogliono colpirci a ogni costo e in maniera estremamente violenta”, ha affermato senza reticenze ireniste il ministro dell’Interno Cazeneuve. E anche in Libia, ora, la guerra non è più “secrète”, mentre in Francia ancora il governo affronta controversie politiche inacidite e i fischi di un popolo che non si sente più al sicuro.
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